Fibromialgia: la malattia difficile da farsi diagnosticare, ma che ha pesanti effetti sul corpo delle donne

Accendiamo i riflettori sulla fibromialgia, una patologia “invisibile” che colpisce principalmente le donne, costrette molto spesso a conviverci in silenzio, senza nemmeno essere credute

Un dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità, chiamata anche sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante: è la fibromialgia, balzata agli onori delle cronache perché a soffrirne è Giorgia Soleri, la giovane influencer che ha il merito di aver portato alla conoscenza dei più malattie come l’endometriosi e la vulvodinia (per la quale si è arrivati anche a una proposta di legge, anche grazie a lei). Ma di cosa si tratta e quali sono i sintomi della fibromialgia?

Quel che sembra chiaro è che si tratta di una patologia ancora poco nota, di non sempre semplice diagnosi e che solo negli ultimi anni è stata studiata più approfonditamente dalla scienza.

Questa patologia, conosciuta anche come Sindrome di Atlante, ha effettivamente guadagnato l’attenzione della medicina soprattutto nell’ultimo decennio, quando i ricercatori hanno iniziato a identificare meglio i contorni che la caratterizzano: sintomi principali, problemi collaterali, aspetti psicologici. Si tratta di un problema che colpisce circa 1,5 milioni di persone solo in Italia, in particolare donne. Solo qualche settimana fa il Comitato fibromialgici uniti ha presentato la proposta di legge questa patologia venga riconosciuta come invalidante una volta per tutte dal nostro sistema sanitario nazionale.

Scopriamo allora di cosa si tratta.

Cos’è la fibromialgia

Una sindrome reumatica multifattoriale che aumenta la tensione muscolare e la rigidità di tendini e legamenti, provocando dolori diffusi associati ad affaticamento, rigidità, insonnia, alle alterazioni all’umore, alla concentrazione e alla memoria.

Sulla sua natura e le sue origini non c’è ancora chiarezza. Quello che sembra un dato costante è che riguarda con più frequenza le donne adulte, in particolare oltre i 45 anni, ma con picchi anche tra i 25 e i 35 anni e che può essere caratterizzata da fase alterne di affievolimento e recrudescenza.

Spesso, poi, si associa anche ad altre patologie come la sindrome della fatica cronica, sindrome delle gambe senza riposo, psoriasi, allergie, sinusite, tunnel carpale e altre, rendendo spesso la sua individuazione ancora più complessa.

Chi soffre di questo disurbo, la cui diagnosi può arrivare anche dopo anni, ha una soglia del dolore molto bassa e una sensibilità maggiore, di frequente dolorosa e disturbante, agli stimoli esterni, a certi tipi di movimenti e soprattutto alle sollecitazioni cutanee e muscolari.
A differenza di altre patologie dolorose come l’artrite, infine, la fibriomialgia può colpire le articolazioni ma tende a non deformarle.

I sintomi della fibromialgia

Sntomi molto frequenti che compaiono in chi soffre di sindrome di Atlante sono:

  • stanchezza
  • astenia
  • difficoltà a prender sonno o vera e propria insonnia
  • emicrania
  • difficoltà a concentrarsi
  • crampi
  • formicolio agli arti
  • secchezza delle mucose
  • ipersensibilità a luci e rumori
  • ansia, tristezza, depressione o problemi collaterali dovuti al forte stress come la sindrome del colon irritabile

Ci sono poi delle condizioni che peggiorano la sintomatologia, come il clima umido, i cambi di stagione, il periodo premestrurale, eventi stressanti.

Le cause della fibromialgia

Purtroppo le cause che portano alla comparsa della fibriomialgia, come dicevamo, sono ad oggi ancora sconosciute. Probabilmente si tratta di una serie di situazioni unite insieme, ovvero in termini tecnici si parla di una malattia a genesi multifattoriale. Tra le ipotesi più accreditate ci sono alterazioni dei neurotrasmettitori, problemi ormonali, alterazioni del sonno e stress.

Quello che sembra acclarato, comunque, è che esistono fattori esterni scatenanti che possono far insorgere prima e in maniera più netta i sintomi tipici di questa malattia. Tra gli eventi e le situazioni più a rischio ci sono: lutti, malattie, traumi psico-fisici, periodi di grande stress e altro. Non è semplice comunque identificare esattamente cosa abbia portato alla comparsa del problema.

La ricerca scientifica è riuscita ad identificare nelle persone affette da questa patologia delle alterazioni a livello del sistema nervoso che non riesce ad interpretare al meglio le informazioni raccolte dai nervi nelle varie zone del corpo. Si assiste quindi a delle disfunzioni a livello dei neurotrasmettitori, soprattutto serotonina e noradrenalina.

Le cure e i trattamenti alternativi

Non ne esistono di specifiche. In genere si ricorre ad analgesici, antidepressivi e antiepilettici e ad approcci mirati a rilassare i muscoli, ridurre lo stress e alleviare i sintomi.

Lo yoga

Diversi studi dimostrano che una pratica yoga regolare può contribuire ad alleviare i sintomi della fibromialgia. Secondo i ricercatori della Oregon Health & Science University, per esempio, gli esercizi di yoga sono in grado di ridurre il dolore relativo alla fibromialgia. Uno studio del 2011 rilevò anche che i pazienti affetti da fibromialgia che abbiano seguito una lezione di yoga di 75 minuti due volte alla settimana per otto settimane hanno avvertito meno dolore. Avevano anche livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress, nel sangue.

La meditazione

La meditazione può cambiare il modo in cui il cervello elabora i segnali di dolore? Secondo il reumatologo australiano Daniel Lewis ciò è davvero possibile, mentre una revisione di studi condotta nel 2012 ha riferito che la meditazione dà sollievo al dolore nei pazienti, contribuendo a calmare la mente e al relax del corpo, che in questo modo ha la possibilità di autoguarirsi.

L’agopuntura

L’agopuntura è una tipologia antica di trattamento del dolore che ha avuto origine in Cina. Uno studio condotto nel 2006 si è occupato di agopuntura rispetto a pazienti che soffrivano di fibromialgia. Coloro che si erano sottoposti a trattamenti di agopuntura hanno sperimentato un miglioramento dal punto di vista della stanchezza e dell’ansia. Una meta-analisi condotta nel 2013 ha portato a risultati simili.

Il Tai Chi

Quest’antica pratica di origine cinese che coinvolge il corpo con movimenti lenti e delicati, ha mostrato un certo potenziale nell’aiutare chi soffre di fibromialgia. In uno studio i partecipanti presero parte a lezioni di Tai Chi per 60 minuti due volte alla settimana oppure seguirono una lezione di stretching o di educazione al benessere. Chi aveva praticato Tai Chi sperimentò i maggiori miglioramenti rispetto a dolore, qualità del sonno, depressione e qualità della vita in generale.

Il massaggio linfodrenante terapeutico

Il massaggio linfodrenante terapeutico, o terapia di drenaggio linfatico manuale, aiuterebbe l’organismo a liberarsi da scorie e tossine. I movimenti ritmici del massaggio possono stimolare il flusso del sangue e della linfa e scogliere le contratture muscolari e i blocchi linfatici che possono provocare i dolori tipici della fibromialgia. Anche in questo caso, uno studio ha testato questo tipo di terapia su un gruppo di donne con diagnosi di fibromialgia, le quali hanno riscontrato un miglioramento del dolore e della qualità della vita.

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