I batteri intestinali sono davvero connessi all’autismo?

Una recente ricerca ha individuato una nuova connessione tra i batteri intestinali e la sindrome dello spettro autistico. Secondo i ricercatori, infatti, vi sarebbe un legame tra specifici microbi intestinali e tale disturbo

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo, che secondo i ricercatori può essere connesso al microbiota intestinale, ossia a quei trilioni di microrganismi che vivono all’interno del sistema digestivo umano, e che può svolgere ruoli importanti nella modulazione delle funzioni cerebrali, dei comportamenti sociali e dei sintomi autistici.

I microbi nell’intestino umano sono collegati all’autismo, questo è quanto ha dimostrato un nuovo studio.

Analizzando nuovamente gli studi esistenti, i ricercatori sono stati in grado di identificare una forma microbica che distingue le persone autistiche dagli individui neurotipici.

I ricercatori affermano che la ricerca evidenzia la necessità di ulteriori studi a lungo termine per comprendere le cause alla base dell’autismo.

Precedenti studi hanno dimostrato che il microbioma, la raccolta di microbi che abitano l’intestino umano, può svolgere un ruolo nell’autismo, ma i meccanismi di questo collegamento sono rimasti abbastanza ignoti.

Adottando un nuovo approccio al problema, lo studio pubblicato su Nature Neuroscience getta nuova luce sulla relazione tra microbioma e autismo.

Leggi anche: Autismo e intestino: trovato collegamento tra disturbi dello spettro autistico e microbiota intestinale

Lo studio

Questa ricerca dell’Autism Research Initiative (SFARI) della Simons Foundation ha comportato la rianalisi di dozzine di set di dati precedentemente pubblicati.

I risultati sono in linea con un recente studio a lungo termine su individui autistici, incentrato su un intervento di trattamento relativo al microbioma.

Jamie Morton, uno degli autori corrispondenti dello studio, che ha iniziato questo lavoro mentre era un ricercatore post-dottorato presso la Simons Foundation, ha dichiarato:

Siamo stati in grado di armonizzare dati apparentemente disparati provenienti da diversi studi e trovare un linguaggio comune con cui unirli. Con questo, siamo stati in grado di identificare una firma microbica che distingue gli individui autistici da quelli neurotipici in molti studi.

Nel nuovo studio, il team di ricerca ha sviluppato un algoritmo per rianalizzare 25 set di dati precedentemente pubblicati, contenenti microbioma e altre informazioni, come l’espressione genica, la risposta del sistema immunitario e la dieta, da coorti sia autistiche sia neurotipiche.

All’interno di ogni set di dati, l’algoritmo ha trovato le coppie di individui autistici e neurotipici meglio abbinati in termini di età e sesso, due fattori che possono tipicamente confondere gli studi sull’autismo.

Con sorpresa dei ricercatori, la loro analisi ha identificato percorsi metabolici specifici dell’autismo associati a particolari microbi intestinali umani.

Prima di questo, avevamo il fumo che indicava che il microbioma era coinvolto nell’autismo, e ora abbiamo il fuoco. Possiamo applicare questo approccio a molte altre aree, dalla depressione al Parkinson al cancro, dove pensiamo che il microbioma abbia un ruolo, ma dove non sappiamo ancora esattamente quale sia questo ruolo.

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Fonte: ScienceDirect

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