Educazione alimentare: dall’OMS è battaglia al “cibo spazzatura” in 12 mosse

In inglese si chiama junk food: è il cosidetto cibo spazzatura, alimenti e bevande ad alto contenuto calorico e scarso (quando non addirittura nullo) valore nutrizionale. Di seguito trovate riassunti i punti stilati dall'OMS per raggiungere l'obiettivo di ridurre il consumo di cibo spazzatura tra le nuove generazioni:

In inglese si chiama junk food: è il cosiddetto “cibo spazzatura”, alimenti e bevande ad alto contenuto calorico e scarso (quando non addirittura nullo) valore nutrizionale. Il suo consumo è diventato ormai normale tra le nuove generazioni, tanto da indurre l’Organizzazione Mondiale della Sanità a predisporre un gruppo di lavoro ad hoc per analizzare la situazione e trovare soluzioni adeguate. Soluzioni che richiedono un impegno concreto degli Stati membri, soprattutto nella lotta contro il marketing utilizzato in modo selvaggio verso i bambini.

Sono loro infatti i principali bersagli delle azioni di promozione di merendine, bevande gassate, snacks e patatine, tutti prodotti che vengono presentati con pubblicità accattivanti, spesso inserite all’interno dei programmi televisivi per i più piccoli e che sfruttano testimonial o personaggi della fantasia dal grande appeal per i giovani telespettatori.

Per questo occorre che le autorità competenti sorveglino soprattutto su questo modo di utilizzare il marketing in maniera ingannevole verso i minori, così come occorre – a parer nostro – che siano le famiglie e la scuola in primis ad educare i più piccoli ad una sana alimentazione.

Non è necessario (e nemmeno porta buoni frutti) vietare in toto il consumo di merende preconfezionate o di snacks di vario tipo: basterebbe relegarli a poche, sporadiche occasioni e scegliere quelli che riportano in etichetta la minor presenza di grassi dannosi, zucchero e sale.

Ma soprattutto, secondo noi di greenMe.it, basterebbe far assaggiare ai piccoli le cose buone di una volta, per fargli scoprire (o riscoprire) i sapori autentici della nostra tradizione: siamo sicuri che tra una merendina e una bella fetta di torta fatta in casa (magari resa più appetibile da qualche decorazione o da un po’ di buon cioccolato o frutta di stagione) nessuno sceglierebbe la prima!

Dallo studio condotto dall’OMS e dal confronto tra gli Stati membri, è inoltre emerso il problema del “marketing cross-border”, ovvero dotato di una portata globale: molti Paesi infatti accusano di essere sottoposti a campagne pubblicitarie estere che violano le restrizioni vigenti sul proprio suolo nazionale.

Di seguito trovate riassunti i punti stilati dall’OMS per raggiungere l’obiettivo di ridurre il consumo di cibo spazzatura tra le nuove generazioni:

  1. L’obiettivo politico dovrebbe essere quello di ridurre l’impatto sui bambini del marketing di alimenti ricchi in grassi saturi, trans, zuccheri aggiunti e sale.
  2. Lo scopo politico finale dovrebbe essere sia di ridurre l’esposizione a tali messaggi promozionali, sia la forza di convincimento degli stessi messaggi.
  3. Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati Membri considerano vari approcci, ovvero, graduali o immediati, per ridurre il marketing su cibi ricchi in tali sostanze.
  4. I governi dovrebbero stabilire chiare definizioni per gli aspetti chiave dell’azione, in modo da garantire una applicazione standard, a prescindere da chi le andrà poi effettivamente ad implementare.
  5. L’ambiente dove i bambini si radunano dovrebbe essere privo di messaggi di marketing a qualsiasi titolo, circa i cibi ricchi in grassi saturi, trans, zuccheri aggiunti e sale. Tali ambienti includono asili, scuole, centri ricreativi, cliniche familiari e consultori, centri sportivi e culturali.
  6. I Governi dovrebbero essere le parti interessate maggiormente coinvolte nello sviluppo di politiche in tal senso ed aprire la strada, tramite una trattativa con le parti sociali ed economiche interessate al tema.
  7. Gli Stati Membri dovrebbero considerare la strada più efficace, data anche la disponibilità delle parti sociali ed economiche, per raggiungere gli obiettivi che si sono dati.
  8. Gli Stati Membri dovrebbero cooperare per realizzare le misure necessarie al fine di ridurre l’impatto del marketing transfrontaliero sui cibi ricchi in tali sostanze (grassi saturi, trans, zuccheri liberi e sale), al fine di raggiungere il massimo risultato possibile in termini di azioni effettuate a livello nazionale.
    9 Meccanismi di implementazione per rendere effettive le azioni dei governi dovrebbero essere preposte, garantendone una realizzazione pratica.
  9. Un sistema di monitoraggio deve essere pensato dall’inizio per garantire la rispondenza agli obiettivi stabiliti a livello nazionale, utilizzando indicatori chiari e non ambigui.
  10. Il sistema di monitoraggio dovrebbe pure includere un sistema per valutare l’impatto e l’efficacia delle azioni circa lo scopo più generale, usando indicatori chiari e non ambigui.
  11. Gli Stati Membri sono incoraggiati a identificare le informazioni esistenti circa scopo, natura ed effetti del marketing alimentare rivolto ai bambini nel loro paese. Sono anche incoraggiati a intraprendere nuove ricerche in quest’area, in particolare ricerche sulla implementazione e valutazione di queste policies che hanno come scopo di ridurre l’impatto sui bambini di questo tipo di cibi.
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