Smart working: ecco come potrebbero essere i lavoratori da remoto tra 70 anni, il risultato è inquietante

Anche con il telelavoro non dobbiamo dimenticare di prenderci cura di noi. Ce lo ricorda ancora una volta un modello di come potrebbero diventare i telelavoratori nel 2100.

Dopo la pandemia, momento in cui è diventato “di moda”, il telelavoro è stato adottato da molte aziende per consentire ai propri dipendenti di raggiungere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Ma se da un lato lavorare da remoto offre una maggiore flessibilità ai dipendenti e una gestione del loro tempo più “personalizzabile”, dall’altro porta con sé anche ben altri problemi.

Non tutti hanno infatti a disposizione le sedie ergonomiche degli uffici, con i monitor predisposti alla giusta distanza e le scrivanie bilanciate in altezza in base alla propria statura. Così ci si improvvisa come si può, sul tavolo della cucina o sul divano. Tutti luoghi non adatti dove lavorare e che comportano una postura scorretta, cosa che a lungo andare è dannosa per il benessere del corpo umano.

Non ci resta dunque che chiederci come diventeremo tra qualche anno, quando ormai telelavoro e smart working saranno sdoganati. Ebbene, Furniture At Work, un’azienda specializzata in mobili per ufficio, se l’è chiesto e il risultato è piuttosto inquietante. Ha infatti presentato un modello spaventoso di come potrebbero apparire i telelavoratori nel 2100.

Gobba, occhi gonfi, sovrappeso, mani come artigli

postura telelavoro

postura telelavoro

Per l’occasione è stata scelta una donna, cui è stato dato il nome di Anna. La sua rappresentazione è impietosa: è gobba, ha gli occhi piccoli e gonfi, la parte superiore del corpo è chinata, è in sovrappeso perché troppo sedentaria e ha le mani che si chiudono come artigli come se stessero sempre stringendo un mouse.

Queste numerose caratteristiche fisiche potrebbero dipendere da un grosso numero di fattori. Potrebbero infatti essere causate da un’eccessiva esposizione agli schermi, da una cattiva postura lavorativa e da un maggiore utilizzo delle nuove tecnologie.

Questo modello è stato ideato in seguito a un’analisi condotta dall’Università di Leeds, che ha rivelato che circa un terzo dei telelavoratori in Inghilterra non dispone necessariamente di uno spazio di lavoro a casa specificamente dedicato al telelavoro, costringendoli a lavorare piegati su un divano o sdraiati su un letto.

Anna è chiaramente un modello sviluppato da un’azienda di mobili per l’ufficio a scopo chiaramente di marketing ed è stata colpita da diverse critiche tanto che il post sul blog del produttore è stato rimosso, ma ricorda molto Mindy, il prototipo 3D sviluppato invece da Toll Free Forwarding della futura ragazza degli anni 3000:

Non vuoi finire come Anna o Mindy? Allora ti ricordiamo che è fondamentale adottare misure per rimanere in buona salute anche se lavori da casa. Non dimenticare di fare pause regolari per permettere ai tuoi occhi di “staccare la spina” per un po’, una passeggiata durante la pausa pranzo e un po’ di stretching per evitare dolori al collo e alla schiena.

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