I fiumi erano in secca dallo scorso febbraio: storia di una siccità annunciata ma rimasta inascoltata

Noi di GreenMe (e tutti gli esperti) lo diciamo almeno dallo scorso febbraio, ma a poco è valso il nostro appello: l’allerta siccità c’era già da tempo, da quando era chiaro che un inverno caratterizzato dalla quasi totale assenza di piogge e da temperature al di sopra della media stagionale avrebbe avuto pericolose conseguenze. E il Governo dov’era?

Solo ieri, 21 giugno, nel Tribunale Civile di Roma si è dato il via alla seconda udienza dell’azione legale intentata da 203 soggetti contro lo Stato Italiano per inazione climatica. Inazione climatica, appunto, quella di cui si macchiano gli Stati, si macchia il nostro Governo, nella totale incapacità di gestire una crisi sempre più problematica.

La siccità che tanto fa notizia in questi giorni risale in realtà a molto più indietro nel tempo ed è il chiaro segno di quella inazione, di quella incompetenza, di quel lassismo ingiustificato. Quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un inverno anomalo per temperature insolitamente elevate e per la quasi totale assenza di pioggia, che aveva già ridotto a secco molti corsi d’acqua e fatto sparire addirittura dei laghi.

Era febbraio quando era chiaro a tutti (ma non al Governo e a Cingolani) che l’assenza quasi totale di pioggia – soprattutto nelle regioni settentrionali del nostro Paese – avrebbe presto dato origine a un preoccupante deficit idrico che sarebbe andato a minacciare le colture e la sopravvivenza degli animali acquatici e degli stessi corsi d’acqua.

Impressionavano già allora le immagini recenti di Po e Dora Baltea, irriconoscibili e quasi completamente a secco.

Leggi qui: Dal Po alla Dorea Baltea, fiumi a secco e morenti: istantanea di un inverno senza piogge

Oggi si tenta di raccogliere i cocci e le mettere le tanto amate pezze a colori italiote.

Il report di Copernicus

Agghiacciante è ancor di più constatare quanto tutto ciò fosse messo nero su bianco dagli esperti.

Al ministro Cingolani era stato inviato a marzo 2022 un rapporto dall’Unione europea elaborato sulla base dei dati Copernicus, in cui si avvertiva il nostro Governo che nei mesi successivi si sarebbero avute “condizioni gravi di siccità”.

Nel report dal titolo “Drought in northern Italy” ci sono tutte le analisi dell’andamento delle precipitazioni e del loro impatto nel Nord Italia. Già a inizio marzo 2022 erano state osservate condizioni di umidità del suolo più asciutte del normale sulla maggior parte del Nord Italia.

precipitazioni copernicus

©Copernicus

precipitazioni copernicus

©Copernicus

Una grave siccità sta colpendo l’Italia settentrionale e in particolare il bacino del fiume Po – si legge. Le condizioni di siccità sono legate a una persistente mancanza di precipitazioni da dicembre 2021. È probabile che la concorrenza idrica di diversi settori inizi prima del solito, in particolare all’inizio del periodo di allevamento, che di solito cade ad aprile (ad esempio per il riso).

A marzo, come spieghiamo qui, la siccità stava anche già colpendo il volume d’acqua immagazzinato per la produzione di energia nel sistema idroelettrico, dal momento che la maggior parte dei giacimenti era al di sotto dei valori minimi storici (1970-2019) già da settembre 2021.

Queste condizioni – si legge ancora nel rapporto – causano preoccupazioni per il contributo dello scioglimento della neve agli scarichi dei fiumi in tarda primavera, aumentando la probabilità di siccità idrologica nei prossimi mesi.

Il report insomma, lo ha detto in tutti i modi che proprio in questi mesi qui la siccità ci avrebbe attanagliato. E cosa ne abbiamo ricavato? Il settore agricolo è ormai in ginocchio, mentre in diversi Comuni del Nord sono in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua, visto che i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che ormai non esistono più.

Siamo senza parole. E in tutto questo, ricordano i Verdi, nel PNRR il governo ha deciso di investire solo 900 milioni di euro per sostituire le condutture idriche fatiscenti, che causano la perdita del 40% dell’acqua.

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Fonte: Copernicus

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