Cos’è questa storia del “super lupo” che si aggira nelle oasi naturalistiche di Fiumicino

Nel Lazio il ritrovamento di numerose carcasse di daino e orme sospette sta facendo discutere sulla presenza di un "super lupo", ma è realmente così? C'è davvero un super lupo lì fuori? Facciamo chiarezza

Tra le località laziali di Maccarese e Fregene il ritrovamento di alcuni daini senza vita nei pressi di un’oasi naturalistica regionale ha generato il panico, complici media e quotidiani che associano questo episodio a un super predatore, parlando di “un super lupo” come titolano molti giornali.

Al confine dell’oasi WWF di Macchiagrande sono state rinvenute 15 carcasse di daino agli inizi di agosto e delle orme di apparentemente 12 centimetri che farebbero pensare a un selvatico di grandi dimensioni. C’è chi crede possa trattarsi di un ibrido, chi di un lupo decisamente non del territorio.

Opinioni divergenti che sono confluite nella teoria del “super lupo”, con tanto di raccomandazioni di tenere gli occhi aperti davanti all’ignoto. Ma cosa c’è di vero in questa storia? C’è realmente un super lupo che si aggira da quelle parti? Non sembrerebbe affatto così e smontare questa ipotesi fantasiosa sono gli esperti.

Si sta diffondendo un inutile allarmismo, tra l’altro basato sul fatto che siano state trovate impronte di 12 centimetri. Sono assolutamente compatibili con quelle che può lasciare un lupo adulto anche perché la dimensione va messa in relazione anche al substrato del terreno che, se è morbido, tende a farle sembrare più grandi” ha commentato Marco Antonelli, naturalista collaboratore del WWF.

Le orme, quindi, sarebbero quelle di un comune esemplare adulto di lupo. Va detto però che delle carcasse osservate, solamente alcune presentavano segni che possono essere collegati a un atto di predazione (del tutto naturale, meglio ribadirlo) da parte di un lupo. Sui corpi degli animali sono state condotte delle analisi da parte dei tecnici dell’ASL Roma3.

Saranno i risultati a svelare la causa o le cause della morte dei daini. Nel frattempo, però, invece di seminare il panico e alimentare un clima d’odio già pesante nei confronti del lupo, è importante attenersi ai fatti. I lupi sono predatori distribuiti nel nostro Paese. Possono attaccare il bestiame quando vi è scarsa disponibilità di cibo in giro e gli animali da reddito sono prede facili.

Non c’è assolutamente da sorprendersi che nell’oasi di Macchiagrande, come in altre aree protette, le predazioni di daini, cervi, cinghiali da parte di lupi sono comuni. Il lupo, del resto, è un predatore apicale.

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