Lupi in Italia: a che punto siamo? Ce lo spiega l’atlante illustrato dell’ISPRA

Ispra dedica una sezione del suo Atlante telematico al lupo, iconico predatore distribuito sul territorio. I risultati del monitoraggio nazionale sull'abbondanza e sulla distribuzione del lupo in Italia

Il lupo è un animale selvatico che popola la nostra Italia, uno dei grandi carnivori distribuiti sul territorio, ma conosciamo davvero questa specie? A quanto ammonta la popolazione di questo predatore nel nostro Paese? Dove vive il lupo e che differenza c’è tra i lupi delle Alpi e quelli dell’Italia peninsulare?

Per rispondere a queste e tante altre domande sul lupo l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha inaugurato una sezione sulla specie nel suo EcoAtlante con mappe, iconografiche e dati per l’anno 2020-2021 grazie al monitoraggio nazionale. Tutto a portata di click.

Ma perché vi è bisogno di un monitoraggio nazionale? Perché il lupo è classificato come specie rigorosamente protetta dalla normativa Internazionale (Direttiva ‘Habitat’ CEE 1993/43, Convenzione di Berna) e nazionale (l. 157/92, DPR 357/97) e un monitoraggio consente di stimare l’abbondanza dell’animale, la distribuzione e di valutare il suo status di conservazione e l’efficacia delle misure.

Dalla fine degli anni Settanta, periodo in cui la popolazione del lupo era quasi di fronte all’estinzione, a oggi le cose sono notevolmente cambiate con un quadro normativo a salvaguardia della fauna selvatica e, naturalmente, del lupo.

Secondo i dati Ispra raccolti tra ottobre 2020 e aprile 2021, nel Bel Paese vivrebbero 3307 esemplari di lupi, di cui 2388 nelle regioni peninsulari e 946 nell’area alpina. Come è stato possibile fare una stima del genere? Andando alla ricerca dei “segni di presenza” del lupo in tutta Italia.

Si considerano segni di presenza avvistamenti per mezzo di fototrappole, impronte, escrementi, animali predati, carcasse di lupo.

segni-presenza-lupo

@Ispra

Immaginiamoci lo Stivale diviso in celle, ciascuna 10×10 km. Di queste ne sono state selezionale 1000 in cui una folta rete costituita da parchi nazionali, ricercatori, associazioni ambientaliste ha seguito le tracce del lupo.

celle lupo

@Ispra

Ma di quale delle due popolazioni di lupo parliamo, vi sono delle differenze? I due gruppi vengono infatti distinti secondo il piano Guidelines for Population Level Management Plans for Large Carnivores. Tuttavia, come spiega l’Ispra, “le due componenti condividono lo stesso pool genetico dall’Aspromonte alle Alpi, ma il flusso genico tra i due nuclei è limitato”. Il contesto ecologico presenta comunque delle differenze.

Il lupo appartiene alla nostra biodiversità, ma purtroppo non gode di una buona fama in Italia. Per quanto l’animale sia tutelato legalmente, i casi di lupi uccisi barbaramente non fanno che aumentare. Solamente nei territori adiacenti al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise 9 lupi sono stati avvelenati il mese scorso.

Ecco allora come un monitoraggio nazionale, al fianco di eventi formativi, può far conoscere la specie ai cittadini, al di là di paura e disinformazione, mitigare i conflitti e aumentare la consapevolezza di quanto il lupo vada protetto invece che ammazzato.

I risultati completi del monitoraggio nazionale del lupo sono disponibili nell’EcoAtlante ISPRA.

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Fonte: Ispra

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