Ansia climatica e suicidi, l’effetto collaterale silenzioso dell’aumento del caldo e della crisi del clima

Il riscaldamento globale ha conseguenze deleterie non solo sul nostro Pianeta, è anche fonte di ansia e angoscia. Le ondate di caldo estremo stanno avendo pesanti effetti sulla salute mentale, specialmente quella delle giovani generazioni, consapevoli di andare incontro a un futuro buio...

Gli effetti della crisi climatica sul nostro Pianeta sono sotto gli occhi di tutti: scioglimento dei ghiacciai, aumento delle temperature e siccità giusto per citarne alcuni. Ma c’è un’altra conseguenza o meglio un effetto collaterale, di cui si parla ancora pochissimo, che riguarda la nostra salute mentale.

Ebbene sì, le ondate di caldo sempre più ricorrenti e la consapevolezza della catastrofe climatica ormai in atto stanno portando ad un aumento di stati di ansia e persino suicidi in tutto il mondo. A dimostrarlo sono diversi studi che sono stati realizzati dagli scienziati britannici e americani negli ultimi anni.

Cresce l’ansia climatica (soprattutto fra i giovani)

Ciò che sta succedendo al nostro Pianeta si riflette sulla salute mentale delle persone, in particolare delle giovani generazioni. Da un maxi studio realizzato lo scorso anno dai ricercatori dell’Università di Bath è emerso che i giovani sono seriamente preoccupati per il futuro della Terra. Gli studiosi hanno somministrato dei questionari a 10.000 ragazze e ragazzi di età compresa fra i 16 e i 25 anni provenienti da dieci diversi Paesi del mondo per sapere quali fossero le loro percezioni sulla crisi climatica.

Gli intervistati si sono detti preoccupati per il cambiamento climatico (59% molto o estremamente preoccupato, 84% almeno moderatamente preoccupato), oltre il 50% ha ammesso di sentirsi  triste, ansioso, arrabbiato, impotente, impotente e colpevole. – si legge nello studio pubblicato su The Lancet – Mentre il 45% ha affermato che i propri sentimenti riguardo al cambiamento.

Ad angosciare sempre di più sono le ondate di caldo estremo, come rivela un’altra ricerca, coordinata dall’Università della British Columbia. In questo caso gli studiosi hanno intervistato i giovani canadesi sulle loro sensazioni a seguito del caldo record (con temperature che hanno raggiunto i 49°C nel villaggio di Lytton, nella Columbia Britannica) che nell’estate del 2021 in Canada ha causato anche decine di morti.

La maggior parte dei partecipanti ha dichiarato di essere molto (40,1%) o leggermente (18,4%) più preoccupata per il cambiamento climatico dopo aver provato la ‘cupola di calore’. – spiegano i ricercatori – I nostri risultati hanno confermato che i cittadini della British Columbia hanno un’ansia climatica significativamente più alta dopo l’ondata eccezionale di caldo nel Nord America occidentale, registrata nel 2021. Il monitoraggio continuo dell’ansia da cambiamento climatico è necessario per comprendere l’impatto nel tempo degli eventi meteorologici individuali e aggravati legati al fenomeno.

Migliaia di suicidi in più entro il 2050 per via della crisi climatica

Le temperature sempre più roventi potrebbero portare anche ad un incremento del tasso dei suicidi. Secondo uno studio pubblicato nel 2018 sulla prestigiosa rivista Nature, un aumento di 1 grado Celsius (1,8 gradi Fahrenheit) della temperatura media mensile ha portato a un aumento dello 0,7% del tasso di suicidi negli Stati Uniti e del 2,1% in Messico.

suicidi caldo

@Stanford University

Per portare avanti la ricerca il team della Stanford University ha esaminato messo a confronto i dati relativi all’aumento della temperatura col numero dei suicidi in diversi comuni statunitensi e messicani, scoprendo che un clima più caldo era correlato ad un aumento dei suicidi. Secondo gli studiosi, l’incremento delle temperature potrebbero essere un fattore di rischio, causando migliaia di suicidi in più entro il 2050 soltanto negli Stati Uniti e in Messico, a meno che il riscaldamento globale non venga contrastato adeguatamente. Inoltre, analizzando oltre mezzo miliardo di post su Twitter hanno scoperto che l’utilizzo di un linguaggio deprimente aumentava durante il periodo estivo.

Le temperature più calde non sono chiaramente l’unico, né il più importante fattore di rischio per il suicidio – chiarisce l’economista Marshall Burke, principale autore della ricerca. – Ma i nostri risultati suggeriscono che il riscaldamento può avere un impatto sorprendentemente ampio sul fenomeno e questo è importante sia per la nostra comprensione della salute mentale che per ciò che dobbiamo aspettarci se le temperature continuano a salire.

Insomma, un Pianeta più rovente è un mondo meno sano non solo per gli animali, ma anche per gli esseri umani che vi abitano. Le giornate calde hanno effetti pesanti a livello fisico e mentale, come dimostrato dalla scienza. E visto l’andazzo, la situazione non potrà che andare a peggiorare…

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Fonti: Nature/The Lancet/The Journal of Climate Change and Health

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