Mancano i fertilizzanti a causa della guerra in Ucraina, rischiamo di nuovo i fanghi tossici?

Il conflitto russo-ucraino sta facendo scarseggiare anche i fertilizzanti e il Governo, come misura di contrasto, ha stabilito di ammettere la sostituzione dei fertilizzanti chimici di sintesi con il digestato equiparato, termine tecnico che indica i fanghi di depurazione

La guerra in Ucraina ha fatto notare a tutti un aspetto importante di cui forse non eravamo ben consapevoli: la nostra dipendenza da altri Paesi rispetto a diverse materie prime e prodotti. E non si tratta solo di grano e mais (di cui si parla sempre più spesso nelle ultime settimane) ma anche ad esempio dei fertilizzanti.

Il Consiglio dei Ministri del 18 marzo 2022 ha discusso delle misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, trattando tra gli altri temi scottanti anche quello dei fertilizzanti.

Quello che forse non sapete, infatti, è che proprio Russia e Ucraina sono tra i maggiori esportatori di fertilizzanti e quello che accade sta rendendo difficili le esportazioni e provocando un aumento dei prezzi.

Il Governo dunque deve trovare una soluzione anche per questo aspetto marginale del conflitto ma comunque importante per l’economia del nostro Paese.

Come si legge nel comunicato stampa del Governo nel punto dedicato ai fertilizzanti:

Al fine di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e di limitare i costi di produzione, è ammessa la sostituzione dei fertilizzanti chimici di sintesi con il digestato equiparato, di cui vengono individuate le caratteristiche.

Nella comunicazione, il Governo fa riferimento al “digestato equiparato”, che altro non è che un termine tecnico per indicare i fanghi di depurazione.

Rischiamo quindi di trovarci alle prese ancora una volta con il problema dei fanghi tossici, come in seguito al decreto Genova? Leggi anche: Fanghi tossici sversati nel Nord Italia: quel “peccato originale” nel Decreto Genova del 2018

Nel 2018, l’articolo 41 del decreto Genova parlava delle “Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”, stabilendo modifiche sostanziali all’indomani del crollo del Ponte Morandi. In sostanza, l’articolo stabilisce il limite degli idrocarburi derivanti dai processi di depurazione che passa da 50 mg per kg a ben 1000 mg per kg, ovvero 20 volte di più.

Da come è stata posta la questione, sembra che ora rischiamo un nuovo decreto Genova e fanghi tossici che finiranno nell’ambiente. In realtà ancora non è dato saperlo, bisogna necessariamente attendere le caratteristiche di quel “digestato equiparato” che saranno indicate dal Governo.

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Fonte: Governo

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