Omicron: perché, anche se ho sintomi, risulto ancora negativo al tampone Covid?

Perché accade che, pur manifestando chiaramente i sintomi della malattia, il tampone risulti negativo al Coronavirus? Cerchiamo si capirlo

Abbiamo avuto un contatto con una persona che si è rivelata poi essere positiva al Coronavirus. Ci sottoponiamo a un tampone precauzionale perché avvertiamo sintomi compatibili con quelli del Covid-19 ma risultiamo negativi al test. Possiamo “fidarci” del risultato che abbiamo ottenuto?

Non è sempre detto: non è raro infatti che persone che manifestano i sintomi della malattia risultino negative al test – salvo poi positivizzarsi una volta che i sintomi sono ormai affievoliti, se non spariti del tutto. Uno scarto temporale che nelle altre ondate pandemiche non si era manifestato così diffusamente e che rischia di danneggiare ulteriormente il sistema di contenimento dei contagi.

Il motivo principale di questa incorrettezza nel risultato dei tamponi è, secondo i medici, il fatto che sempre più persone si affidano ai test fai-da-te acquistabili in farmacia o al supermercato e meno ai test ufficiali, quelli tracciati dalle autorità sanitarie. Non sempre questi test sono eseguiti in maniera corretta e gli esiti possono pertanto essere fallaci. Ma anche i tamponi effettuati in farmacia, secondo le segnalazioni che ci sono giunte, a volte hanno rilevato il covid solo qualche giorno dopo la comparsa dei sintomi, risultando inizialmente negativi.

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Un’altra ipotesi all’attenzione degli studiosi è legata al funzionamento del nostro sistema immunitario: si ritiene che i sintomi si manifestino prima della positività poiché sono espressione del fatto che il sistema immunitario sia attivo e si stia impegnando per contrastare il virus.

Ci si potrebbe chiedere perché questo fenomeno non si è osservato all’inizio della pandemia e la spiegazione è molto semplice: nelle prime fasi di diffusione del virus, i contagi avvenivano fra organismi che non avevano mai contratto la malattia e che non avevano gli anticorpi dati dal vaccino. In questo contesto, la risposta immunitaria era lenta e i sintomi tardavano a manifestarsi, a fronte di una positività già accertata dal tampone.

Ora, invece, la maggior parte della popolazione ha avuto contatto con il virus (grazie al contagio o alla vaccinazione) e questo porta a una reazione immunitaria molto più rapida, che si manifesta prima che la carica virale sia sufficientemente forte da manifestarsi al momento del test.

Infine, un’ultima ipotesi che spiegherebbe lo scarto temporale fra comparsa dei sintomi e tampone positivo riguarderebbe la diffusione di nuove varianti del virus – in particolare le sotto-varianti di Omicron: queste nuove forme del virus porterebbero a un minore accumulo delle particelle virali all’interno del naso, e ciò renderebbe più probabili tamponi erroneamente negativi.

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Fonte: Federazione Nazionale Ordine dei Medici e dei Chirurghi

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