Le palline da ping-pong sono ottime per proteggerci dai continui rumori delle città, lo studio

Possiamo usare le palline da ping-pong per proteggerci dai continui rumori delle città, in particolare quelli a bassa frequenza, che possono provocare non pochi problemi di salute. Con opportune modifiche, infatti, questi oggetti sono degli ottimi fonoassorbenti, come dimostra uno studio condotto dalla University of Lille (Francia) e la National Technical University of Athens (Grecia)

Incredibile ma vero, le palline da ping-pong possono proteggerci le nostre orecchie dagli incessanti rumori delle città, in particolare quelli a bassa frequenza, che possono provocare non pochi problemi di salute. Con opportune modifiche, infatti, questi oggetti sono degli ottimi fonoassorbenti, come dimostra uno studio condotto dalla University of Lille (Francia) e la National Technical University of Athens (Grecia).

L’inquinamento acustico è un problema molto serio: l’esposizione a lungo termine al rumore a bassa frequenza, onnipresente nelle città, vicino alle strade e negli aeroporti, può causare numerosi problemi di salute, come mal d’orecchi, disturbi respiratori, irritabilità e altri effetti avversi a lungo termine. Tra l’altro, in quanto prodotto da molte sorgenti e meno influenzato dalle strutture rispetto al suono a frequenza più alta, quello a bassa frequenza può essere difficile da evitare.

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I ricercatori hanno realizzato una metasuperficie acustica (quindi un materiale appositamente progettato per manipolare le onde sonore) che utilizza palline da ping-pong come risuonatori di Helmholtz, particolari cavità risonanti acustiche nelle quali, vicine ad una fonte di onde sonore, si generano onde stazionarie in risonanza con la frequenza propria della cavità, che, quindi, diventa un amplificatore selettivo del suono in un ristretto intervallo di frequenze.

Di fatto, in questo modo, gli scienziati hanno generato un isolamento acustico a bassa frequenza economico ma efficace “semplicemente” tramite palline da ping-pong con piccoli fori praticati in ciascuna, in modo da riprodurre dei veri e propri risuonatori di Helmholtz.

Le palline da ping-pong sono oggetti quotidiani ben noti, presenti in gran numero in tutto il mondo – spiega Robine Sabat, prima autrice del lavoro – Volevamo utilizzare questi oggetti facilmente accessibili per creare una struttura di pannelli isolanti a bassa frequenza. Le palline da pingpong rappresentano quindi un’alternativa economica agli isolanti acustici sia per il basso costo che per il potenziale riciclaggio

Ma non solo.

L’originalità del lavoro è stata quella di considerare l’effetto dell’accoppiamento tra due risuonatori  che porta alla comparsa di due frequenze di risonanza

palline ping pong fonoassorbenti

©Sabat et al./AIP Publishing

Il dispositivo si è dimostrato quindi in grado di assorbire più suoni: per questo i ricercatori ne hanno aggiunti altri, fino a quando il loro dispositivo non assomigliava a un foglio quadrato di palline da ping-pong forate, moltiplicando il numero di frequenze di risonanza che potevano essere assorbite.

Regolando il numero di sfere, il numero di fori e la dimensione dei fori, i ricercatori hanno potuto modificare le proprietà acustiche della metasuperficie, dimostrando che è possibile progettare un pannello fonoassorbente senza materiali costosi.

“Il potenziale di questa metasuperficie va oltre l’isolamento acustico – continua Sabat – Può essere ampliato per ottenere varie altre funzioni, come la focalizzazione del suono, la riflessione del suono non convenzionale, la manipolazione della trasmissione del suono e altro ancora”.

Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Applied Physics.

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Fonti: AIP Publishing / Journal of Applied Physics

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