Che suono hanno le città? Max Casacci ha tradotto i rumori urbani in musica

Urban Groovescapes è un album insolito, composto da brani realizzati mixando i rumori delle città. Suoni che sentiamo tutti i giorni, ma a cui ormai non prestiamo attenzione, diventano musica nell’ultimo lavoro di Max Casacci

Vi siete mai fermati un attimo ad “ascoltare” la città in cui abitate o dove siete andati come turisti? I suoi suoni sono infiniti, dai mezzi di trasporto, a chi fa sport, a chi chiacchiera davanti ad un cocktail, ma anche i rumori che provengono dalle finestre aperte delle case.

Fatelo e siamo certi che vi si aprirà un mondo nuovo, inedito e insolito, ma vero e vivo. Lo ha scoperto anche Max Casacci, musicista, sperimentatore, chitarrista, noto per essere il produttore e co-fondatore dei Subsonica. E così ha deciso di realizzare un album a tema: Urban Groovescapes, uscito a fine 2022 per 35mm, sezione cinematografico-sperimentale di 42 Record.

Un lavoro affascinante che segue quello precedentemente fatto con Earthponia, in cui aveva scelto di far ri-suonare la natura e i suoi ecosistemi. Questa volta, però, i protagonisti suono i rumori delle città tra cui Casacci ha trovato anche tanta umanità, oltre il classico stereotipo di una vita frenetica e all’insegna della tecnologia.

Niente strumenti musicali, solo rumori

Se le città sono tanto bistrattate a favore di luoghi più appartati, Urban Groovescapes in un certo senso le riabilita. Niente spazi urbani alienanti, grigi e degradati, anche in città ci sono sentimenti, relazioni, desideri e quant’altro. Cosa sono le città sta a noi stabilirlo dopo aver ascoltato l’album – e il mondo là fuori – e tratto il nostro verdetto.

Quello realizzata da Casacci è un’opera insolita che deriva da più di 10 anni di trasformazione dei suoni. Non è un punto di arrivo, quanto un disco pensato in continua evoluzione e pronto per arricchirsi. È un vero e proprio viaggio incentrato sul ritmo e sul movimento per ripensare il rapporto con le città.

In Urban Groovescapes non ci sono strumenti musicali, le note sono ricavate da suoni comuni come il rovesciamento dei rifiuti dentro un camion, l’escavatore in azione per i lavori stradali o i tram che attraversano Milano, Torino e Firenze.

Le città all’improvviso diventano “musica”

Si tratta di futurismo allo stato puro, con tutto che si gioca sul piano dell’azione ma allo stesso tempo si basa sulla capacità dell’ascoltatore di fermarsi e riflettere. Urban Groovescapes è un mix di tante cose insieme. C’è il pezzo dedicato a Monica Bellucci la cui voce viene sminuzzata in un sottofondo di synth pop.

Non manca il brano sul tennis alle ATP finals oppure il rumore prodotto dalla Tororosso, una macchina di Formula 1. Non solo città metropolitane, ma anche di montagna, come Courmayeur in un rimando a quella natura presente in Earthphonia. O ancora i suoni di un cocktail bar, con l’incipit affidato ad un cocktail shakerato all’interno di un bicchiere. Si arriva persino all’estero, a Londra.

Tutti minuscoli aspetti sonori che nella vita quotidiana possono per abitudine passare inosservati, ma che in realtà hanno un ritmo innato al loro interno. Anche la quotidianità ha una melodia, basta saperla ascoltare. E senza dubbio le città non sono mai state così interessanti.

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