Nelle strade di Parigi questi psicologi offrono ascolto gratuito a chi ne ha bisogno

Sedie, una di fronte all'altra, e uno striscione che identifica gli psicologi e gli psicoterapeuti volontari che scendono in strada per ascoltare, gratuitamente, le persone che hanno bisogno di confidarsi e rendere la salute mentale accessibile

Da quanto tempo è che nessuno ti ascolta?“. All’aria aperta, fuori a un ufficio, in un contesto sociale e culturale spesso traumatico e precario. Gli “écouteurs de rue” si siedono lì, su semplici sedie messe per strada, a Parigi, e, partendo da quella domanda lì, forte e potente, offrono ascolto a chi ha necessità di confidarsi con l’idea di rendere la salute mentale quanto più accessibile possibile.

Sono una decina tra psicologi, psicoterapeuti e coach, gli “ascoltatori di strada”, professionisti che una volta al mese vanno nelle strade del quartiere popolare di Goutte d’Or per ascoltare coloro che non possono permettersi di pagare un consulto. Il loro obiettivo dichiarato è prendersi il tempo per incontrare persone che non hanno i mezzi per andare in uno studio.

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Nessun divano né una comoda chaise longue, ma soltanto orecchie per ascoltare e un cuore grosso così.

In un anno abbiamo accolto circa 150 persone – racconta Marie Sylvie Rushton, psicoterapeuta e psicologa clinica. Ci parlano di tutto, della loro quotidianità, dei loro dubbi e delle loro sofferenze.

Ci sono persone che non possono pagarsi un percorso di terapia e che, nella maggior parte dei casi, non oserebbero neanche farla. Infatti, la nostra ambizione è allargare il sistema e estenderlo a diversi distretti di Parigi, scrive spiega Séverine Bourguignon, psicoterapeuta fondatrice dell’associazione.

Un aiuto, quindi, una mano tesa che viene quando me te l’aspetti. Come cambia la giornata se qualcuno ti offre un sorriso e ascolta quello che hai da dire, quanto può essere utile per moltissimi di noi?

Questa fantastica rete di écouteurs de rue nata nel 2019 comincia a diffondersi nelle province da quando gli ascoltatori hanno fissato delle sessioni anche a Rennes e Nantes. Non sarebbe un esempio da seguire anche dalle nostre parti?

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