Guerra del cioccolato, vince il Piemonte: Lindt riconosce il marchio IGP al gianduiotto di Torino

Il Piemonte ha avuto la meglio sul marchio svizzero Lindt che non si opporrà all’ottenimento del marchio IGP per il gianduiotto

Il Piemonte e Lindt hanno finalmente raggiunto un compromesso riguardo alla controversia sul gianduiotto. La disputa verteva sui requisiti per ottenere la futura certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta). Lindt, produttrice dei gianduiotti su scala industriale attraverso il marchio Caffarel, utilizzava una ricetta leggermente diversa rispetto a quella proposta dal Comitato del gianduiotto di Torino IGP.

Seppur ancora approssimativo, l’accordo rappresenta un progresso significativo nella disputa che durava da mesi. La certificazione IGP è un marchio attribuito dall’Unione Europea a prodotti agricoli e alimentari di alta qualità e fortemente legati al territorio di origine. Per ottenere questa certificazione, è necessario che almeno una parte della produzione, lavorazione o preparazione del prodotto avvenga nella città o nella zona indicata come origine.

L’accordo prevede che Lindt possa continuare a produrre il gianduiotto con la propria ricetta, utilizzando il marchio “Gianduia 1865. L’autentico gianduiotto di Torino”. In cambio, Lindt non ostacolerà l’approvazione della denominazione IGP con la ricetta proposta dal Comitato del gianduiotto. I cioccolatini che otterranno la denominazione IGP in futuro si chiameranno “gianduiotti di Torino IGP”.

Lindt usa latte in polvere e meno del 30% di nocciole

La vicenda aveva avuto inizio quasi due anni fa, nel marzo del 2022, quando il comitato aveva presentato alla Regione Piemonte la richiesta per l’ottenimento della certificazione di Indicazione geografica protetta (IGP) sul gianduiotto.

La richiesta era stata accolta dalla giunta del governatore Alberto Cirio, di Forza Italia, che l’aveva inviata al ministero dell’Agricoltura. A quel punto era cominciata quindi una fase di consultazione tra le associazioni di categoria e le aziende coinvolte, tra cui Lindt, che attraverso il marchio Caffarel produce i gianduiotti su scala industriale.

L’invenzione della ricetta del gianduiotto è attribuita proprio a Caffarel, storica azienda piemontese che è stata acquisita dal gruppo svizzero Lindt & Sprüngli nel 1997. Qui erano nati alcuni problemi, tra cui la ricetta diversa rispetto a quella usata da Lindt.

In pratica i suoi gianduiotti non avrebbero potuto essere indicati come IGP perché l’azienda usa latte in polvere, non previsto dalla ricetta originale, e un quantitativo di nocciole inferiore al 30% richiesto invece dal comitato.

Alla fine si è giunti a questo compromesso, con Lindt che potrà continuare a usare il suo marchio, ma non potrà adottare il marchio IGP quando verrà approvato. Nel frattempo l’iter andrà avanti: per l’approvazione definitiva della richiesta di denominazione dovrà passare attraverso il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e la Commissione Europea.

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