Risparmio energetico: viaggio nei Comuni che sono riusciti davvero a tagliare le bollette di imprese e cittadini

18 febbraio: torna la Giornata del Risparmio Energetico. Ogni anno noi di greenMe la ricordiamo, aderiamo alle campagne ‘Mi illumino di meno’ e  diamo voce ai decaloghi e ai consigli contro gli sprechi. Ma questo anno è diverso, il caro bollette ci impone una riflessione diversa: siamo di fronte ad una crisi e le crisi vanno affrontate con soluzioni definitive (o quasi). Vi parliamo di chi le ha trovate.

Giornata del Risparmio Energetico. Siamo sull’orlo di una crisi energetica, anzi, stiamo cadendo nel burrone: impennata delle bollette di elettricità nel mercato tutelato con distacchi per morosità che aumentano a vista d’occhio nonché una tensione geopolitica che vede la Russia minacciare l’Europa di tagli alle esportazioni di gas alle quali non siamo affatto preparati.

Il nostro Governo reagisce con bonus di discutibile utilità, perché qui si parla di tante famiglie che, solo nei primi due mesi del 2022, hanno visto un aumento del 131% sulle utenze domestiche della luce e del 94% su quelle del gas, in base a quanto riportato da ARERA (Autorità per l’Energia, le Reti e l’Ambiente).

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Le Comunità Energetiche ci mostrano che un’altra via è possibile

Cosa fare? La via è sempre la stessa, ma sembra non si voglia seguirla: rendersi indipendenti dalle fonti di energia fossile puntando sulle rinnovabili. Che, nelle Comunità Energetiche, stanno dimostrando la loro potenza. Le comunità energetiche sono realtà associative ove uno o più soggetti promotori mettono a disposizioni impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile i cui picchi non autoconsumati sono condivisi tra tutti.

Queste realtà, ancora piccole ma in crescendo, stanno dimostrando che un altro modo di consumare energia è possibile. Il 12 marzo 2021 è stata inaugurata la prima in Italia, nel Comune di Magliano Alpi, in Piemonte, figlia del decreto milleproroghe 2020, che promuove l’autoconsumo e la transizione energetica ed ecologica.

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E non è questa l’unica in Italia. Da allora si sono moltiplicate.

Le Comunità Energetiche rappresentano un contributo importante in tema di lotta al cambiamento climatico, al sistema energetico, allo sviluppo economico nazionale ma, anche, in tema di povertà energetica

ci scrive Maria Teresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania, soggetto responsabile della Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est.

Non sono infatti solo un modo per non produrre energia da fonti fossili, ma una via concreta per realizzare davvero quel taglio alle bollette che ora più che mai è urgente attuare.

Come la Presidente Imparato ci segnala, infatti, dall’ultimo studio Elemens-Legambiente è emerso come le CER possano portare riduzioni dei costi in bolletta fino al 25% per le utenze domestiche e condominiali e fino al 20% della spesa energetica di piccole e medie imprese, scuole, distretti artigiani e altri settori ancora.

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©Elemens-Legambiente

Un beneficio reale – continua la Imparato – che non si limita a combattere il fenomeno della povertà energetica, ma che può sostenere il rilancio delle attività imprenditoriali ma anche le istituzioni pubbliche, come le scuole, che grazie alla riduzione delle spese energetiche possono impiegare le risorse (e gli incentivi previsti) a scopo solidale, secondo le necessità individuate

Dello stesso avviso anche Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico di Kypto Club, il quale, parlando della crisi Ucraina, aveva affermato con determinazione:

Con gli attuali meccanismi di funzionamento del mercato elettrico europeo, affinché non si abbiano contraccolpi e si valorizzi al massimo il contributo delle rinnovabili, dovrà aumentare molto la quota di autoconsumo e in questo senso le Comunità energetiche saranno molto importanti

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Ma i Governi continuano a sostenere i combustibili fossili

Sì, perché uno dei motivi per cui il costo dell’energia aumenta, anzi, il principale, è il continuo e inspiegabile sostegno dei Governi al combustibili fossili.

Gli ultimi dati dell’OCSE e dell’AIE mostrano che il sostegno generale del governo ai combustibili fossili è diminuito nel 2020, ma questo è stato principalmente il risultato meccanico del calo dei prezzi e della domanda del carburante poiché la pandemia di Covid-19 ha portato a una pausa nell’attività globale – riportava già a novembre 2021 una nota dell’OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) – Nell’attuale clima di aumento dei prezzi dell’energia, si prevede che i sussidi al consumo aumenteranno nuovamente nel 2021, aiutati da un aumento dell’attività economica. In effetti, l’IEA (International Energy Agency) stima che i sussidi al consumo raddoppieranno più del 2021 a causa dell’aumento dei prezzi del carburante e del consumo di energia, insieme all’esitazione sulle riforme dei prezzi dei combustibili fossili

Tra l’altro i sussidi ai combustibili fossili, oltre a ostacolare l’introduzione di fonti di energia rinnovabile e meno inquinante, sono un modo inefficace per sostenere le famiglie a basso reddito e tendono a favorire le più ricche che utilizzano più carburante ed energia. Inoltre, gli oneri fiscali delle sovvenzioni riducono lo spazio per azioni politiche adeguate.

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©Elemens-Legambiente

Come emerge dallo studio Elemens-Legambiente, l’incremento dei prezzi nel 2021 dimostra la chiara relazione fra i prezzi medi dell’energia elettrica e il valore di mercato del gas naturale e dei permessi di emissione CO2 (EUA).

E la forte correlazione fra il prezzo del gas naturale e il prezzo dell’energia (Prezzo Unico Nazionale, PUN), che è schizzato alle stelle, è principalmente guidato dalle caratteristiche del parco termoelettrico italiano, dominato dagli impianti a gas naturale.

Cosa pensiamo di ottenere così? Eh no, la Giornata del Risparmio Energetico oggi non ci convince.

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