C’è davvero grano italiano nella nostra pasta? A breve previsti controlli a campione sulle varie marche

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuto nel corso di una conferenza organizzata da Cia-Agricoltori Italiani, ha fatto sapere che a breve verranno condotti dalle autorità dei controlli a campione. Questi riguarderanno le marche di pasta che vantano in etichetta l'origine del grano italiano

Tanti consumatori ci tengono e anche noi di greenMe abbiamo fatto diversi articoli su questo argomento: l’origine del grano con cui è realizzata la pasta. Dato che nel nostro Paese mettiamo in tavola questo alimento ogni giorno (o quasi), ci piacerebbe pensare che tutta la pasta che acquistiamo al supermercato (o al discount) sia prodotta con grano italiano.

In realtà, come abbiamo anche dimostrato in una recente indagine sulle etichette, non è così. Leggi anche: Da dove viene il grano della tua pasta? La nostra indagine al supermercato sulle marche più note

Difficile soddisfare tutto il mercato della pasta in Italia, utilizzando esclusivamente grano italiano. Questo è ciò che generalmente sostengono i produttori per giustificare l’uso di materie prime che provengono anche dall’estero.

Non vogliamo addentrarci in questo discorso complicato ma semplicemente farvi sapere che, a breve, sulla pasta che vanta l’origine del grano italiano saranno fatti dei controlli a campione.

Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto nel corso di una conferenza organizzata da Cia-Agricoltori Italiani, che ha dichiarato:

Tra due mesi con ispettorato e i carabinieri inizieremo i controlli a campione per verificare chi usa realmente grano italiano. Dobbiamo difendere la nostra filiera, distribuendo in maniera equa il valore aggiunto e con senso di responsabilità senza eludere le regole.

Come consumatori, possiamo solo leggere le etichette e fidarci della buona fede dei produttori, ma controlli come questi sono indubbiamente utili per accertarsi della veridicità delle informazioni fornite dalle varie marche di pasta.

E anche se saranno svolti a campione, come avviene sempre in questi casi, potrebbe comunque uscire fuori qualcosa di interessante (anche se ci auguriamo di no!).

Ricorderete sicuramente lo scandalo di cui è stata protagonista Petti nel 2021, in quel caso di parlava di falso “made in Italy”, anche se riguardava ovviamente la passata di pomodoro e non la pasta. Leggi anche: Passata Petti nella bufera, storico maxi sequestro: spacciato per 100% italiano pomodoro che non lo era

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Fonte: Agricola EU

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