Coltivazione di cotone con pratiche di agricoltura rigenerativa, il nuovo progetto di Armani in Puglia

Il cotone è una delle colture più inquinanti del Pianeta: circa il 14% dell’inquinamento provocato dalle pratiche agricole è infatti imputato alla sua coltivazione. Inoltre, la maggior parte dei semi utilizzati (79%) è OGM, con varietà sterili e resistenti agli erbicidi, i cui semi devono sono riacquistati con cadenza annuale dalle multinazionali dell’agrobusiness

Si chiama “The Apulia Regenerative Cotton Project” e mira a reintrodurre la coltivazione del cotone in Puglia attraverso un sistema agroforestale. Dopo OVS in Sicilia, ora anche il Gruppo Armani decide di finanziare un progetto nel sud Italia che vuole sviluppare un campo sperimentale di cotone secondo il sistema colturale rigenerativo, più rispettoso dei cicli naturali.

Realizzato con la fashion task force della Sustainable Markets Initiatives e con la Circular Bioeconomy Alliance (due organismi fondati dal Re del Regno Unito, Carlo III), il progetto interesserà cinque ettari entro i prossimi cinque anni e sarà coordinato dall’Istituto Forestale Europeo insieme al Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e per l’analisi dell’Economia Agraria (Crea) e a Pretaterra.

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Nella moda tutto parte dalla materia: il mio design nasce dalla scelta dei tessuti – dichiara Giorgio Armani. Ed è stato attraverso la sperimentazione e l’uso di tessuti non tradizionali che ho rivoluzionato la moda. Ma l’industria tessile è una delle attività produttive di maggiore impatto sul pianeta: un problema che non può essere trascurato.

Perché?

La produzione di cotone è altamente inquinante

Nelle coltivazioni, nemmeno a dirlo, vengono utilizzate per lo più sostanze chimiche dannose. Il cotone richiede inoltre enormi quantità di acqua per crescere, anche fino a 30mila litri per produrne un solo kg. La maggior parte del cotone convenzionale viene coltivato in aree calde e asciutte,e qui scatta un ulteriore problema, dal momento che per svilupparsi in queste zone si usano grandi quantità di pesticidi chimici e fertilizzanti.

Fino al 25% di tutti gli insetticidi utilizzati in agricoltura a livello mondiale viene utilizzato nell’industria del cotone. Tuttavia, la coltivazione occupa solo il 2,5% di tutto il terreno coltivabile a livello globale. Queste sostanze chimiche non si limitano all’uccisione di parassiti nocivi ma si diffondono ad altri organismi nella catena alimentare attraverso le interazioni tra acqua, aria e suolo e possono distruggere interi ecosistemi.

Il progetto Armani

Il progetto pilota mira a sviluppare un campo sperimentale di cotone secondo il sistema colturale rigenerativo, dunque più rispettoso dei cicli naturali, per testare e valutare scientificamente nuovi modi di implementare la produzione sostenibile di cotone nel nostro Paese.

La Puglia ha un clima mite che crea l’ambiente perfetto per coltivare una grande varietà di colture agricole e questo progetto contribuisce alla reintroduzione nella regione di una lunga tradizione di coltivazione del cotone, che risale al XII secolo. Dopo l’iniziale semina del cotone su un ettaro di terreno, iniziata lo scorso maggio, dal 2024 la coltivazione si espanderà gradualmente fino ad occupare una superficie agricola totale di cinque ettari.

In cinque anni, questo sito agricolo sarà tra i primi esperimenti sul campo in Europa a testare il cotone agroforestale con specie arboree alternative e pratiche rigenerative. Rapporti scientifici periodici, infine, valuteranno le proprietà del cotone prodotto e valuteranno gli impatti ambientali ei livelli di produzione dei diversi appezzamenti stabiliti.

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Fonti: Armani Values / Circular Bioeconomy Alliance

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