Giorgio Armani, lettera al mondo della moda: “non voglio più lavorare così, dobbiamo rallentare e fermare gli sprechi”

Giorgio Armani ha scritto una lettera al mondo della moda per chiedere un cambiamento concreto: basta sprechi no alla fashion fast

Giorgio Armani ha un certo stile e non solo per quanto riguarda abiti e collezioni. In una recente lettera indirizza al mondo della moda ha messo nero su bianco una serie di considerazioni molto importanti sul momento che stiamo vivendo e sul futuro del suo settore che deve necessariamente cambiare, “rallentare” e diventare più etico.

In questa situazione di emergenza sanitaria, Giorgio Armani si è fatto notare già diverse volte per una serie di azioni che l’hanno visto protagonista. Innanzitutto è stato uno dei primissimi a non sottovalutare la situazione del coronavirus, tanto da decidere di presentare la sua nuova collezione a porte chiuse a Milano, poi si è distinto per aver donato 1,250 milioni di euro agli ospedali e infine ha convertito la produzione di tutte le sue fabbriche per realizzare camici monouso per medici e infermieri.

Ora una lettera del noto stilista è stata pubblicata su WWD Women’s Wear Daily, una rivista dedicata al mondo della moda, letta soprattutto da addetti ai lavori. Qui Armani ha fatto delle riflessioni molto importanti sul presente ma anche sul futuro del suo settore che dopo questa esperienza dovrà senza dubbio cambiare.

Nella lettera Armani attacca il “fast fashion”, ossia quella moda dell’usa e getta, del cambiare continuamente, dell’avere sempre tutto a portata di mano, indipendentemente dalle stagioni. Un modo di fare che non è assolutamente più accettabile e che definisce immorale:

“Il declino del sistema moda, per come lo conosciamo, è iniziato quando il settore del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion con il ciclo di consegna continua, nella speranza di vendere di più… Io non voglio più lavorare così, è immorale. Non ha senso che una mia giacca, o un mio tailleur vivano in negozio per tre settimane, diventino immediatamente obsoleti, e vengano sostituiti da merce nuova, che non è poi troppo diversa da quella che l’ha preceduta. Io non lavoro così, trovo sia immorale farlo”.

E poi continua:

“Ho sempre creduto in un’idea di eleganza senza tempo, nella realizzazione di capi d’abbigliamento che suggeriscano un unico modo di acquistarli: che durino nel tempo. Per lo stesso motivo trovo assurdo che durante il pieno inverno, in boutique, ci siano i vestiti di lino e durante l’estate i cappotti di alpaca, questo per il semplice motivo che il desiderio d’acquisto debba essere soddisfatto nell’immediato”.

Ma non è tutto, Armani chiede al suo settore di fare dei gesti concreti, di cambiare, di rallentare:

“Questo sistema, spinto dai department store, è diventata la mentalità dominante. Sbagliato, bisogna cambiare, questa storia deve finire. Questa crisi è una meravigliosa opportunità per rallentare tutto, per riallineare tutto, per disegnare un orizzonte più autentico e vero. Basta spettacolarizzazione, basta sprechi”.

Lo stilista racconta poi cosa sta facendo in prima persona per realizzare un cambiamento fin da subito:

“Da tre settimane lavoro con i miei team affinché, usciti dal lockdown, le collezioni estive rimangano in boutique almeno fino ai primi di settembre, com’è naturale che sia. E così faremo d’ora in poi.  Questa crisi è anche una meravigliosa opportunità per ridare valore all’autenticità: basta con la moda come gioco di comunicazione, con le sfilate in giro per il mondo, al solo scopo di presentare idee blande. Basta intrattenere con spettacoli grandiosi che oggi si rivelano per quel che sono: inappropriati, e voglio dire anche volgari.
Basta con le sfilate in tutto il mondo, fatte tramite viaggi che inquinano; con gli sprechi di denaro per gli show, sono solo pennellate di smalto apposte sopra il nulla.
Il momento che stiamo attraversando è turbolento; ma ci offre la possibilità, davvero unica, di aggiustare quello che non va, di togliere il superfluo, di ritrovare una dimensione più umana… Questa è forse la più importante lezione di questa crisi”

E se a dirlo è Armani, speriamo che in tanti, per moda o per reale convinzione, lo seguano.

Fonte: WWD/ Instagram

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook