Anche con più di 40 gradi lo sfruttamento dei rider non si ferma, consegne di cibo nel caldo atroce

No, non si può: continuiamo a vedere i ragazzi pedalare sotto il sole cocente con temperature anche oltre i 40°C per consegnare cibo nelle case, magari rinfrescate dall’aria condizionata. Non è davvero più tollerabile questo sfruttamento

I rider non si fermano nemmeno con questo caldo: continuiamo a vedere ragazzi pedalare per portare cibo nelle case di chi magari ha l’aria condizionata. Non è più possibile tollerare tutto questo: in alcune città le temperature stanno superando i 40°C all’ombra.

Le condizioni lavorative dei rider sono notoriamente precarie ed economicamente sotto pagate. Il fenomeno del delivery è “esploso” durante il lockdown ma poi non si è fermato al rientro delle restrizioni.

Lo scorso anno l’Osservatorio Digital Innovation promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano calcolava un +56% rispetto al 2020 per il comparto food delivery e un +7% del Grocery delivery, la spesa.

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E se questo porta a ridurre l’uso dell’automobile dall’altro fa aumentare l’uso della plastica sia per le porzioni monodose che per molti imballaggi. E poi, per la consegna del pasto a casa, c’è anche la questione sicurezza: cosa sappiamo della lista degli ingredienti, della loro provenienza, della filiera alimentare?

A tutto questo è doveroso aggiungere un “dettaglio”: le condizioni lavorative di chi materialmente ci porta il cibo a casa. Quasi sempre sono giovani che lo fanno per guadagnare qualcosa, e che quindi accettano pagamenti irrisori e una precarietà ai massimi livelli.

Ecco, tutto questo non si ferma nemmeno con 40°C e oltre.

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Non è difficile, infatti, incontrare ragazzi in bicicletta ad orari improponibili per il caldo, magari anche correndo per non perdere appuntamenti e rendere insoddisfatti i clienti, non sempre così generosi, tra l’altro, con le mance (e che magari hanno l’aria condizionata accesa a casa).

Ma è possibile che nemmeno l’idea di questa sofferenza ci fermi?

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