Le microplastiche ci sono arrivate fin nelle ovaie, lo studio shock sulle donne italiane

Un team di ricerca italiano ha rilevato per la prima volta la presenza di microplastiche nel fluido in cui crescono gli ovuli, paventando così il rischio concreto di una minaccia per la funzione riproduttiva femminile

Nella placenta umana, nelle nuvole, nello stomaco degli animali: è chiaro che le microplastiche siano ormai ovunque e non sono risparmiati nemmeno i fluidi follicolari ovarici di donne che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita.

Lo rivela per la prima volta uno studio che ha documentato la presenza di queste minuscole particelle di plastica nel fluido in cui crescono e maturano gli ovuli. Il loro accumul, è stato valutato in campioni di liquido follicolare ovarico di 18 donne che si sono sottoposte a trattamento di riproduzione assistita: le microplastiche sono state rilevate in 14 campioni, con una media di 2.191 particelle/millilitro.

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Questo è il primo studio a fornire prove della presenza di microplastiche nel liquido follicolare ovarico nelle donne sottoposte a trattamento di riproduzione assistita – hanno spiegato i ricercatori, guidati da Luigi Montano, responsabile dell’Unità Operativa di Andrologia e Medicina degli Stili di Vita in UroAndrologia dell’ASL di Salerno. Queste minuscole particelle di plastica rappresentano una potenziale minaccia per la funzione riproduttiva femminile.

La ricerca

Lo studio ha sì rilevato la presenza di nano e microplastiche (concentrazione media di 2191 particelle per millilitro), ma anche la dimensione al di sotto di 10 micron (diametro medio di 4.48 micron), evidenziando una correlazione fra la concentrazione di microplastiche e alcuni parametri collegati alla funzione ovarica.

 Queste stesse sostanze – commenta Montano – non solo hanno un effetto diretto di danno sulla funzione ovarica attraverso diversi meccanismi, in primis lo stress ossidativo, ma fanno anche da cavallo di Troia ad altre sostanze notoriamente tossiche, come metalli pesanti, ftalati, bisfenoli, diossine, policlorobifenili e secondo recenti studi, anche veicolo di virus, batteri e protozoi. Si tratta di sostanze dalle dimensioni pulviscolari, che penetrano in profondità nel nostro organismo e che vengono introdotte nell’organismo con l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e anche attraverso la pelle con i cosmetici ad esempio.

ovaie microplastiche

@MedRxiv

La presenza di microplastiche era già stata individuata, sempre per la prima volta, dal team capeggiato da Montano nelle urine e nello sperma.

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