Plastica polare: il 97% degli uccelli marini artici e antartici ha ingerito microplastiche

13 specie di uccelli marini nelle regioni polari hanno ingerito microplastiche, che sono presenti in modo diffuso nell’ecosistema marino polare, con una mediana di 31,5 e 35 particelle di microplastica

Uno degli aspetti più gravi dell’inquinamento antropico è l’accumulo di plastica nelle regioni polari, in particolare per quanto concerne le microplastiche che vengono ingerite dagli uccelli marini. Una ricerca recente ha rivelato che 13 specie di uccelli marini che abitano i paesaggi polari hanno ingerito microplastiche.

Parliamo di piccole alci, fulmari settentrionali, gabbiani glauchi, mormore dal becco spesso, petrelli dal ciuffo bianco, grandi falchi, falchi fuligginosi, pinguini reali, pinguini Adélie, pinguini sottogola, pinguini gentoo, skuas bruni e skuas polari meridionali, per un totale del 97% dei campioni analizzati.

Questo studio, pubblicato su Frontiers in Marine Science, ha esaminato oltre 1.100 campioni prelevati dal 1983 a oggi, analizzando il contenuto dello stomaco, il guano e i pellet rigurgitati di cibo non digerito.

La ricerca – condotta dal dottorando Davide Taurozzi e dal professor Massimiliano Scalici, dell’Università Roma Tre – ha evidenziato che le microplastiche sono presenti in modo diffuso nell’ecosistema marino polare, con una mediana di 31,5 e 35 particelle di microplastica trovate rispettivamente nell’Artico e nell’Antartide per campione.

Uccelli marini microplastiche 2

@Frontiers

Quali sono gli effetti dell’ingestione di microplastiche

Le microplastiche, principalmente composte da polietilene, polipropilene e polistirene, possono provenire da oggetti di uso quotidiano come sacchetti di plastica, contenitori per alimenti e imballaggi protettivi. Possono essere trasportate a grandi distanze dalla loro fonte o essere ingerite nelle aree più popolate durante le migrazioni stagionali.

L’ingestione di microplastiche può causare ostruzioni intestinali, tossicità e stress ossidativo negli uccelli marini, oltre a influenzare negativamente le reti trofiche marine. La presenza di microplastiche nel krill, una fonte alimentare per alcuni pinguini, evidenzia l’ampia portata del problema.

Inoltre l’inquinamento plastico è solo uno dei molteplici fattori di stress ambientale che minacciano la biodiversità polare, insieme al turismo di spedizione, alla pesca commerciale e ai cambiamenti climatici che causano lo scioglimento dei ghiacci.

Data l’importanza ecologica delle regioni polari e la loro sensibilità agli impatti umani, è fondamentale adottare misure di conservazione più rigorose e promuovere strategie per mitigare l’inquinamento e i cambiamenti climatici dato che nessuna parte del pianeta è immune da questi effetti.

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Fonte: Frontiers

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