Scoperta un’inquietante nuova relazione tra microplastiche e morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che intacca i neuroni. Ora un recente studio ha dimostrato l’esistenza di una connessione tra la malattia e le microplastiche

Da quando è stata prodotta per la prima volta all’inizio del 20° secolo, la plastica sintetica – e in particolare gli imballaggi in plastica – è stata una presenza costante nella vita di tutti i giorni.

Ma quando la plastica si decompone lentamente nel tempo, produce parti sempre più piccole chiamate microplastiche e nanoplastiche, a seconda delle loro dimensioni.

Questi minuscoli frammenti di plastica contaminano l’acqua e le fonti alimentari e possono entrare negli esseri umani e in altri organismi viventi. In effetti, i ricercatori hanno scoperto che minuscole particelle di plastica possono essere trovate nel sangue della maggior parte degli adulti testati.

Ora un nuovo studio ha dimostrato che le nanoplastiche possono indurre cambiamenti nel cervello osservati nella malattia di Parkinson.

Lo studio

I ricercatori hanno dimostrato che le nanoplastiche presenti nell’ambiente possono interagire con una proteina chiamata alfa-sinucleina.

Questa proteina si trova naturalmente in ogni cervello dove svolge un ruolo nella comunicazione delle cellule nervose. Tuttavia, in malattie come il Parkinson e alcune forme di demenza, l’alfa-sinucleina cambia.

Le proteine ​​si aggregano formando le cosiddette fibrille di alfa-sinucleina. Queste fibrille possono poi essere ritrovate accumulate nelle cellule nervose delle persone affette dal morbo di Parkinson e da alcune forme di demenza.

I ricercatori hanno utilizzato un’ampia varietà di tecniche di laboratorio per studiare l’effetto delle nanoplastiche. Il team ha utilizzato nanoparticelle di polistirene, un materiale comunemente utilizzato per produrre articoli monouso come i bicchieri.

Hanno scoperto che si legavano strettamente all’alfa-sinucleina e le facevano formare grumi tossici simili a quelli osservati nel morbo di Parkinson.

I ricercatori hanno fatto delle osservazioni importanti: innanzitutto, le nanoplastiche legano rapidamente e strettamente l’alfa-sinucleina, promuovono l’accumulo di alfa-sinucleina e la formazione di fibrille e possono entrare nei neuroni in coltura e compromettere la disgregazione proteica (lo smaltimento naturale dei grumi proteici, come le fibrille di alfa-sinucleina).

Hanno dimostrato che le nanoplastiche possono promuovere da sole la formazione di fibrille di alfa-sinucleina nelle cellule nervose.

Questi risultati evidenziano la necessità di un ulteriore monitoraggio dei rifiuti di plastica e dell’inquinamento ambientale.

L’effetto delle microplastiche nel promuovere il cancro e le malattie immunitarie è oggetto di ricerche attive, ma questo studio supporta ulteriormente l’idea che le microplastiche hanno implicazioni di vasta portata sulla salute umana.

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Fonte: ScienceAdvances

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