Invece dei pesci, i pescatori saranno pagati per catturare rifiuti di plastica nei mari dell’Indonesia

Un programma lanciato dal governo indonesiano retribuirà i pescatori per ripulire il mare dalla plastica e altri rifiuti. Si tratta di una misura per far fronte all'inquinamento marino che nel Paese ha raggiunto proporzioni inaudite, ma non solo

Niente più pesci nelle reti e nelle imbarcazioni dei pescatori a ottobre, ma vecchie lenze, taniche di plastica e rifiuti di ogni genere. Questo è ciò che i pescatori indonesiani dovranno portare a riva nei prossimi giorni.

A stabilirlo il Ministero degli affari marittimi e della pesca dell’Indonesia che ha lanciato un programma di intervento per contrastare l’inquinamento da plastica nei mari, una delle peggiori minacce per il nostro Pianeta, e sensibilizzare i cittadini sul tema.

Secondo quanto riferiscono fonti locali si tratterebbe di una iniziativa nell’ambito del Love of the Sea Month, evento che per tutto il mese di ottobre porterà avanti azioni concrete per la salvaguardia e il risanamento dell’ecosistema marino. Tutti i pescatori del Paese sono invitati a prendere parte a questo programma.

A Pandag, città sita lungo la costa occidentale dell’isola di Sumatra, presso il villaggio Elo Pukek molti pescatori hanno già tirato su le loro reti a strascico, raccogliendo non pochi rifiuti.

Il governo indonesiano ha stanziato già i fondi pari a 1,03 miliardi di rupie. Ciascun pescatore che “catturerà” almeno 4 kg di rifiuti otterrà un risarcimento settimanale. Ciò andrà a compensare in gran parte le perdite della mancata attività di pesca.

Tutti i rifiuti raccolti verranno poi riciclati e smaltiti correttamente. In questo modo l’Indonesia persegue l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti dispersi in mare del 70% entro il 2025, specialmente adesso che lo Stato ha gli occhi puntati su di sé. Il prossimo novembre l’Indonesia ospiterà il meeting del G20.

Anche nel nostro Paese sono in vigore delle disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne. Si tratta della legge Salvamare, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale lo scorso giugno, un progetto accolto con clamore dopo 4 anni di attesa.

Tale decreto prevede la gestione delle campagne educative e di pulizia del mare, dei laghi e dei fiumi, il recupero di rifiuti galleggianti, il loro smaltimento e il monitoraggio dell’ambiente marino (Leggi anche:Salvamare: come funzionerà la raccolta di rifiuti nel Mediterraneo e perché è una legge così rivoluzionaria). 

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