Nucleare e gas tra le fonti sostenibili Ue, c’è lo zampino di questi colossi energetici

Gas e nucleare inseriti nell’elenco degli investimenti sostenibili dell’Unione Europea. Perché mai? Da dove ha origine quest’autentico paradosso? Oggi, con una guerra in atto, tutto trova un (non) senso

Era febbraio scorso quando la Commissione Ue annunciò la sua intenzione di etichettare come “sostenibili” il gas e il nucleare all’interno della cosiddetta tassonomia, ossia l’elenco delle attività considerate sostenibili e quindi finanziabili dalla stessa Europa.

Non bastò, allora, l’opposizione di diversi Paesi né la bocciatura da parte di alcuni esperti ingaggiati da Bruxelles. Per la Commissione europea, il futuro dell’Europa è rappresentato anche dal gas fossile e dal nucleare, nonostante tutti i rischi e il notevole impatto ambientale che derivano da queste fonti di energia.

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In condizioni rigorose, gas e nucleare possono fungere da ponte, verso un sistema energetico più verde, come attività di transizione.

Disse così Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea.

Ma è davvero tutto? Secondo Greenpeace no.

Il rapporto di Greenpeace Francia

Tutto ciò parla indovinate quale lingua? Il russo, ovviamente.

Secondo un‘indagine di Greenpeace Francia sono stai i giganti russi degli idrocarburi Gazprom e Lukoil e l’azienda nucleare di stato russa Rosatom a influenzare la definizione della cosiddetta “Tassonomia verde”.

Le indagini di Greenpeace Francia parlerebbero chiaro: le aziende energetiche russe avrebbero incontrato commissari europei e alti dirigenti della Commissione, sia direttamente che tramite aziende controllate o lobbisti ad esse collegate, in almeno diciotto incontri dalla pubblicazione, nel marzo 2018, del Piano d’Azione della Commissione sulla finanza sostenibile.

Secondo quanto raccolto da Greenpeace Francia, la Russia sarebbe il maggior beneficiario dell’inclusione del gas e del nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili dell’Unione Europea. Con il conseguente aumento del peso negoziale della Russia nei confronti dell’Europa, si prospetta infatti un aumento del flusso di denaro che, tra l’altro, alimenta la guerra in Ucraina.

L’indagine mostra come, grazie all’aumento di quantitativi di gas in Europa, che potrebbe essere favorito proprio dalla Tassonomia verde, la Russia potrebbe guadagnare quattro miliardi di euro in più all’anno, con un saldo positivo di 32 miliardi di euro al 2030. Inoltre, l’inclusione del nucleare nella Tassonomia permetterebbe a Rosatom di assicurarsi una fetta dei 500 miliardi di euro previsti per l’espansione del nucleare nell’Unione Europea.

gas russo tassonomia

©Greenpeace France

Gazprom, Rosatom e Lukoil hanno organizzato una campagna per far sì che il gas e il nucleare ottenessero l’etichetta di sostenibilità dell’UE, rafforzando il potere geopolitico di Putin e rendendo l’Europa più dipendente dall’energia russa per i decenni a venire – dice Ariadna Rodrigo di Greenpeace UE. I crimini commessi dall’esercito di Putin in Ucraina sono un crudele promemoria di come la dipendenza dell’Europa dal gas fossile e dall’energia nucleare contribuisca attivamente alla guerra e alle violazioni dei diritti umani.

tassonomia gas russo

©Greenpeace France

La Commissione europea si prepara a svelare il suo piano RePowerEU per liberarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia, ma inutile girarci intorno: la situazione attuale potrà essere cambiata solo eliminando gas e nucleare dalla Tassonomia.

QUI trovi il rapporto completo.

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Fonte: Greenpeace Francia

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