Nucleare e gas avranno l’etichetta verde, la Commissione ha deciso sulla tassonomia Ue

Il giorno X è arrivato. La Commissione Ue ha deciso che sia il gas fossile che il nucleare potranno avere l'etichetta verde nell'ambito della tassonomia, ma i gruppi ambientalisti sono già sul piede di guerra

E alla fine è successo davvero: la Commissione Ue ha deciso etichettare come “sostenibili” il gas e nucleare nell’ambito della cosiddetta tassonomia. Non è bastata l’opposizione di vari Paesi europei né la bocciatura da parte di un team di esperti ingaggiati da Bruxelles. Per la Commissione europea, che ha appena approvato l’atto delegato, il futuro dell’Europa è rappresentato anche dal gas fossile e dal nucleare, nonostante tutti i rischi e il notevole impatto ambientale che derivano da queste fonti di energia.

“In condizioni rigorose, gas e nucleare possono fungere da ponte, verso un sistema energetico più verde, come attività di transizione” ha annunciato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea.

Ciò significa che i sussidi Ue per la transizione ecologica saranno dirottati anche all’energia nucleare e allo sfruttamento del gas fossile. Una scelta inaccettabile e per niente lungimirante secondo le organizzazioni ambientaliste, ma anche per Stati come la Germania e l’Austria.

“È in corso una tentata rapina. – commenta Ariadna Rodrigo di Greenpeace EU – Qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che, come il nucleare e il gas fossile, non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema. Per trovare i responsabili basta cercare nella Commissione Europea: qualcuno fa solo finta di prendere sul serio l’emergenza ambientale e climatica.

Cosa prevede il testo della Commissione

Il provvedimento della Commissione Ue è stato varato con qualche modifica marginale rispetto alla bozza di fine dicembre e adesso passerà al Consiglio e al Parlamento, che dovranno esaminarlo. Per bocciare la tassonomia verde è richiesta una maggioranza qualificata rafforzata.

Le modifiche in questione riguardano gli obiettivi intermedi, per la conversioni delle centrali a gas naturale verso i gas decarbonizzati e la parte sulla trasparenza per gli investitori, che dovranno essere informati se i prodotti finanziari siano in qualche modo legati a gas e nucleare.

Il resto della tassonomia, invece, resta invariata. Per quanto riguarda il gas, viene riconosciuta l’etichetta verde sia ai nuovi impianti costruiti entro il 2030, con emissioni inferiori a 270 g CO2e/kWh, che a quelli usati per i picchi di domanda, con emissioni medie annue che non superino 550 kg CO2e/kW in 20 anni.

E per il nucleare? Secondo il testo varato dalla Commissione Ue, l’investimento nelle centrali nucleari saranno considerati sostenibili se i progetti prevedono un piano, dei fondi e un sito per smaltire i rifiuti radioattivi in maniera sicura e nel caso in cui i permessi di costruzione saranno stati ottenuti prima del 2045. Inoltre, anche l’estensione del ciclo di vita delle centrali esistenti sarà considerata “verde”. Tuttavia, i vecchi impianti dovranno “includere modifiche e aggiornamenti di sicurezza” per garantire che siano conformi ai “più alti standard di sicurezza realizzabili”.

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Ma i gruppi ambientalisti non ci stanno e chiedono al Parlamento di votare contro

L’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia verde non mette tutti d’accordo. Anzi. Dal fronte delle organizzazioni ambientaliste si sono levate voci molto critiche.

L’enorme pressione delle industrie su alcuni governi europei ha portato a questa proposta. – commenta il WWF – L’Atto adottato oggi dalla Commissione potrebbe truccare il sistema finanziario europeo a danno del Pianeta. Il WWF invita gli Europarlamentari a imporre alla Commissione di recedere da tale decisione e tenere gas e nucleare fuori dalla Tassonomia. Per il WWF, l’Atto Delegato della Commissione mina completamente la leadership della finanza verde europea e rischia di impedire all’Europa di raggiungere i suoi obiettivi climatici.

Fortemente contraria alla decisione della Commissione Ue anche Greenpeace, che l’ha definita “il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi e si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente”.

“L’inclusione di gas fossile e nucleare nella tassonomia è sempre più difficile da spiegare come qualcosa di diverso da un regalo a due industrie disperate con potenti legami politici” tuona Greenpeace, sottolineando anche  il ruolo che ha avuto l’Italia.

Il governo italiano prima ha dato la colpa del caro bollette alle rinnovabili, poi ha cominciato a straparlare di nucleare per distrarre l’opinione pubblica dal vero obiettivo: promuovere il gas – sottolinea Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. – La difesa del gas non solo è dannosa per il clima del pianeta, ma è anche un chiaro favore alle big nazionali del settore, che in questi mesi hanno accumulato enormi extraprofitti, rivendendo a caro prezzo il gas – acquistato dalla Russia a cifre inferiori rispetto a quelle di mercato – e facendo pagare il conto ai consumatori e alle aziende del settore delle rinnovabili.

Contro il piano della Commissione Ue è intervenuto anche il partito Europa Verde, parlando di una scelta “miope” e imperfetta:

In questo modo si ipoteca il futuro dei giovani e lascia aperto il problema dello smaltimento delle scorie nucleari, per il quale non esiste ancora una soluzione efficace, sicura e definitiva. – evidenzia Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde – La Commissione europea ha violato palesemente il principio fondamentale di non arrecare danno all’ambiente e le disposizioni sancite nel Regolamento adottato nel 2020. Com’è possibile dire che investire in nuovi impianti a gas, nuove centrali nucleare o nella estensione di quelle attuali possa essere considerato un investimento verde e funzionale alla transizione se si consentirà di farlo fino al 2045 per il nucleare e al 2030 per il gas che, notoriamente, sono impianti che hanno una vita utile di diverse decine di anni? Ora più che mai la nostra posizione resta ferma e al Parlamento Ue daremo battaglia.

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Fonti: Commissione europea/Europa Verde/Greenpeace/WWF

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