Per i ghiacciai alpini della Valle d’Aosta il 2022 è stato l’anno peggiore di sempre

Il 2022 è stato un annus horribilis per i ghiacciai delle Alpi: le ondate record di calore e la conseguente siccità hanno avuto un impatto pesantissimo specialmente su quelli della Valle d'Aosta

Sta per concludersi un anno nerissimo per i nostri ghiacciai alpini, soprattutto per quelli della Valle d’Aosta. L’allarme giunge da ARPA Valle d’Aosta, che ci restituisce una fotografia spaventosa della situazione: è diminuita di molto la massa glaciale, mentre sono emerse isole rocciose più o meno ampie ed è aumentata la frammentazione degli apparati.

Tutta “colpa” di un clima sempre più stravolto dalle attività umane. Un inverno con scarse precipitazioni e una stagione estiva e autunnale caratterizzata da una siccità record hanno influito pesantemente sui ghiacciai, il cui volto sta cambiando ogni giorno di più.

“Non ci sono dubbi, il 2022 è l’anno peggiore mai osservato per i ghiacciai valdostani” fanno sapere gli esperti.

I dati raccolti nel corso del monitoraggio portato avanti da ARPA Valle d’Aosta fra maggio e settembre sono drammatici. Nello specifico gli esperti si sono concentrati sui ghiacciai di Timorion (Valsavarenche) e Rutor (La Thuile).

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La situazione del ghiacciaio di Timorion (Valsavarenche – Valle d’Aosta)

Per quanto riguarda il ghiacciaio Timorion (che fa parte gruppo montuoso del Gran Paradiso), il bilancio di massa annuo è negativo per 4.660 mm W. eq (mm. di equivalente di acqua).

Le misure sul ghiacciaio hanno mostrato un manto con spessori variabili fra 80 e 300 cm della zona di accumulo (3.350 m s.l.m. di quota media) e fra 40 – 230 cm delle quote inferiori, in un settore con quota media 3.250 m s.l.m. – fa sapere ARPA Valle d’Aosta – La densità media, rilevata in due punti considerati significativi del comportamento degli accumuli in ampie zone del ghiacciaio, risulta essere pari a 347 kg/mc e determina un accumulo specifico di poco superiore a 469 mm di equivalente di acqua.

@ARPA Valle d’Aosta

Ecco come si presentava il ghiacciaio a fine settembre:

ghiacciaio Timorion

@ARPA Valle d’Aosta

Si tratta di uno dei valori più bassi mai registrati nell’arco dell’ultimo ventennio, come spiegato dagli espertim che aggiungono:

Solo il 2008 anno nel quale erano stati registrati accumuli nevosi corrispondenti a 389 mm di w. eq (equivalente di acqua). Gli accumuli dell’inverno passato ammontano al 50% della media dell’ultimo periodo.

I dati raccolti testimoniano il grave stato di sofferenza dei ghiacciai che si trovano alle quote intermedie, privi di bacini di accumulo in grado di raccogliere masse nevose che ancora in alto riescono a sopravvivere, almeno parzialmente, alle terribili ondate di calore e alla siccità.

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La situazione del ghiacciaio del Rutor

Non va meglio per il ghiacciaio del Rutor, uno dei più grandi della Valle d’Aosta, posto al confine con la Francia. Qui le misurazioni intermedie della fusione glaciale hanno mostrato come a fine luglio si fosse già raggiunta la perdita di ghiaccio dell’intera stagione dell’anno 2020-2021.

Ecco che aspetto aveva il ghiacciaio a maggio:

@ARPA Valle d’Aosta

“Complessivamente il valore di ablazione specifica (mm di equivalente d’acqua) raggiunge i 3.867 mm che, sommati alla perdita di massa legata alla completa fusione del manto nevoso depositatosi nel corso dell’inverno, conduce ad un bilancio di massa annuo – 4.946 mm W. eq (mm di equivalente d’acqua) ” si legge nel report dell’ARPA.

@ARPA Valle d’Aosta

Per quanto riguarda, invece, gli arretramenti frontali medi registrati per il periodo, si attestano attorno ai 31–40 m per l’effluenza di destra (variabilità connessa alla formazione di nuovi laghi proglaciali) e rispettivamente ai 27 e 26 m per le effluenze sinistra e centrale.

L’accumulo specifico è stato  pari a 1077 mm di equivalente d’acqua, valore che colloca l’inverno 2022 al sesto posto per scarsità di massa, nel periodo di monitoraggio di 18 anni.

Insomma, i nostri maestosi ghiacciai sono agonizzanti e – di questo passo – fra qualche decennio potrebbero sparire per sempre…

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Fonte: ARPA Valle d’Aosta 

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