San Pellegrino blocca per due giorni la produzione di acqua frizzante: manca l’anidride carbonica

Anche San Pellegrino si vede costretta ad interrompere, sia pure per soli 2 giorni, la produzione di acqua frizzante. Continua a scarseggiare infatti l'anidride carbonica

È già da diverse settimane che l’acqua minerale frizzante arriva a singhiozzo nei supermercati e diverse marche hanno fatto sapere di avere difficoltà produttive. Qual è il problema? Manca l’anidride carbonica, ingrediente fondamentale per far sì che l’acqua minerale naturale possa diventare ricca di bollicine.

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Dopo Sant’Anna, che già da tempo ha annunciato lo stop alla produzione di acqua frizzante, e le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Pejo e Goccia di Carnia, che ha sottolineato le criticità del momento, arriva ora un nuovo blocco, sia pur temporaneo, della produzione di un noto marchio di acqua gassata.

Parliamo di San Pellegrino, azienda che ieri ha annunciato lo stop alla produzione di acqua gassata per due giorni nello stabilimento di Ruspino di San Pellegrino Terme, in Val Brembana.

In una dichiarazione l’azienda ha fatto sapere che sta cercando nuove fonti di approvvigionamento per l’anidride carbonica necessaria alla produzione di acqua frizzante:

Nonostante il generalizzato problema di carenza delle materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà dei produttori di Co2, l’azienda continua a ricercare nuove linee di approvvigionamento con l’obiettivo di ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione.

Ma come mai manca l’anidride carbonica?

Alla base della carenza di anidride carbonica per l’acqua gassata (non solo in Italia) ci sono diversi problemi, in primis l’aumento dei costi dell’energia e le difficoltà dei trasporti, come aveva già fatto sapere ad agosto Assobibe in una dichiarazione:

La scarsa disponibilità di questa fondamentale materia prima è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di trasporto. Ciò si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo.

 

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