Rischiamo di non trovare più acqua frizzante e bibite gassate nei supermercati, ecco perché

Nelle prossime settimane gli scaffali dei supermercati di acqua frizzante e bibite gassate rischiano di restare vuoti. Il motivo? C'è carenza di anidride carbonica, che i fornitori preferiscono destinare ad altri settori. Ecco cosa sta accadendo

Ci attende un’estate senza bollicine. Ebbene sì, nel nostro Paese la produzione di acqua frizzante e più in generale di bibite gassate è a rischio. Tutta “colpa” dell’anidride carbonica, le cui forniture stanno scarseggiando.

A mettere in guardia sulla situazione che ci aspetta in questa stagione era stata l’azienda Acqua Sant’Anna, il principale produttore europeo di acque oligominerali, che ha fatto sapere di essere costretto a sospendere la produzione dei suoi prodotti gassati.

La CO2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. – ha annunciato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato della storica azienda di Vinadio – Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti.

Ma come mai è diventato così difficile reperire l’anidride carbonica, necessaria per rendere gassate le bevande (tramite il processo di carbonazione)?

Le aziende di Co2 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità, saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. – spiega il presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna – Così l’acqua gassata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita.

Un problema più ampio, effetto dell’aumenti dei costi dell’energia e del trasporto

Ma la società di Vinadio non è affatto l’unica azienda in difficoltà. Si tratta, infatti, di un problema generalizzato (che interessa anche altre nazioni europee), come sottolineato anche da Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche nel nostro Paese.

La scarsa disponibilità di questa fondamentale materia prima è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di trasporto. – chiarisce Assobibe – Ciò si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo, mettendo a rischio la stagione estiva per molti operatori. Tra qualche mese arriverà anche la ‘sugar tax’ che, con un incremento della fiscalità medio del 28%, rappresenta un ulteriore limite alla sostenibilità economica delle imprese del settore e della sua filiera.

Proprio sull’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate, la cui entrata in vigore nel nostro Paese è stata posticipata nuovamente al 2023, è intervenuto il Presidente di Assobibe Giangiacomo Pierini facendo un appello al Governo:

La tassa deve essere eliminata per dare un po’ di respiro alle aziende e provare davvero a ripartire.

Dal canto nostro ci auguriamo che la sugar tax non venga rimandata per l’ennesima volta, visto l’impatto deleterio che hanno le bibite zuccherate sulla salute.

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Fonte: Assobibe 

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