Alpi: lasciare a casa l’auto come opportunita’ di rilancio turistico

"A piedi tra le nuvole" è il progetto con cui è stato posto un freno agli amanti del "tutto a portata di portiera". Nelle domeniche di luglio e agosto la strada è chiusa e le macchine restano a Ceresole Reale, il comune subito a valle o, per i più pigri, al lago del Serrù e si sale in pullman.

Qui, prima, era un grande parcheggio a cielo aperto: nelle domeniche estive si stipavano fino a 400/500 macchine” dice la guida. Siamo a 2600 m. s.l.m., Colle del Nivolet, fronte piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso (http://www.pngp.it/) . Attorno, lo sguardo abbraccia la corona di cime montuose tra le più alte d’Europa. Lo spiazzo dove l’autobus sul quale siamo saliti per arrivare fino a qui oggi ha parcheggiato, è poco più grande di un campetto da calcio. Non è difficile immaginare dove l’estro degli autisti potesse arrivare pur di dare un dignitoso orticello ai loro 4×4 o alle station-wagon familiari.

A piedi tra le nuvole” è il progetto con cui è stato posto un freno agli amanti del “tutto a portata di portiera“. Nelle domeniche di luglio e agosto la strada è chiusa e le macchine restano a Ceresole Reale, il comune subito a valle o, per i più pigri, al lago del Serrù e si sale in pullman. Due chiacchiere con il signore seduto a fianco mentre gli occhi si perdono nello spettacolo offerto dalla montagna e si arriva. A quel punto, si può vagare tra i sentieri che si snodano lungo i pendii, intraprendere percorsi naturalistici, incontrare la fauna che si muove libera all’interno del parco – marmotte, camosci, stambecchi, aquile e volpi – o semplicemente apprezzare l’immenso silenzio che aggredisce le orecchie assuefatte ai clacson e ai decibel urbani.

È grazie a questo progetto e a un piano integrato di attività destinate a promuovere la mobilità dolce in montagna che Ceresole Reale è entrata a far parte del network Alpine Pearls , l’associazione, fondata nel 2006, a cui appartengono 27 località alpine distribuite tra Slovenia, Austria, Italia, Germania, Svizzera e Francia accomunate dallo sforzo di sostenere forme di turismo sostenibile e nuovi approcci alla vacanza in montagna.

Ceresole Reale è un ex villaggio di minatori tutto abbarbicato attorno a un lago dai contorni fiabeschi. Meta ideale per gli sciatori alpinisti, meno nota agli escursionisti estivi abituati ad associare il turismo al fronte valdostano della montagna. Tuttavia, l’industria che un tempo attraeva la popolazione del luogo verso la città, oggi espelle i suoi operai e la montagna torna a essere una risorsa economica e culturale. Per farsi avanti nel concorrenziale mondo delle offerte turistiche, non basta restaurare gli hotel e riaprire i ristoranti, però. Serve applicare politiche nuove: e la sostenibilità si dimostra essere un dovere nei confronti della società ma anche un’opportunità di posizionamento per queste realtà desiderose di riqualificarsi agli occhi del turista esigente.

Colle del Nivolet ap

Colle del Nivolet

Oltre alle classiche attività di trekking e alle serate danzanti sotto il segno della musica occitana, la cittadina si è mobilitata per mettere a disposizione servizi finalizzati a rendere più vivibile la vacanza: navette per muoversi da una borgata all’altro, noleggi di biciclette per grandi e bambini, percorsi accessibili ai disabili e alle carrozzine dei neonati e in futuro la possibilità di navigare il lago con mezzi senza motore.

Ceresole Reale non è tuttavia l’unico comune recentemente entrato a far parte delle “perle alpine”. Anche Pragelato ha ricevuto il via libera da parte dell’associazione. Cinquanta km a ovest di Ceresole Reale, Piemonte occidentale, Pragelato rappresenta un altro tentativo di rivitalizzazione turistica grazie alla chiave della sostenibilità. Qui, la migliore pista da sci di fondo d’Europa – creata in occasione delle Olimpiadi 2006 – fa da perno attrattore per gli appassionati di questo sport durante tutta la stagione invernale. Gli altri mesi dell’anno la popolazione langue e le 19 incantevoli borgate distribuite su un dislivello che va dai 1475m. ai 2000m s.l.m. si popolano di piemontesi con la seconda casa al fresco.

Non è facile abituare questo genere di turista a un approccio diverso da quello che è solito avere in città: in primis, l’uso della macchina” dice il Sindaco di Pragelato, Giovanni Arolfo. L’azione dell’amministrazione, qui, inizia da lontano attraverso un lento percorso di educazione al rispetto nei confronti della montagna: non solo scenografia per il riposo dalle fatiche urbane ma bene comune da preservare.

Parallelamente è stato attivato un programma di azioni orientato a qualificare la località anche agli occhi di chi abita lontano e qui vuole venire a passare le sacrosante ferie. Per reggere il confronto estivo con l’anima pop della vicina Sestrière e con le esotiche mete francesi, Pragelato si è attrezzata per offrire una vacanza più pulita, più accessibile e meno stressante. Anche qui il primo intervento è stato la chiusura al traffico del percorso che permette l’accesso al Parco Naturale della Val Troncea sostituito da un servizio navetta al prezzo di euro 3,50 (andata e ritorno). Si mette fine così all’amaro spettacolo costituito dall’unica fila di auto che incolonnate e fumanti salivano lungo il viottolo pietroso che arriva ai 1600 m. s.l.m. “Chi temeva che il blocco del traffico avrebbe comportato un abbattimento dell’economia locale è stato smentito: da quando la strada è chiusa più persone salgono al rifugio, si fermano e restano più volentieri a passeggiare in paese” dice uno dei consiglieri comunali. Nei prossimi mesi altre iniziative sono pronte per essere attivate: come il noleggio di biciclette con pedalata assistita per sostenere la mobilità in paese e tra una borgata e l’altra.

Di anno in anno, rileviamo in modo chiaro come i ghiacciai si stiano velocemente ritirando e come l’aumento delle temperature incida sugli equilibri della flora e della fauna locale – dice uno dei guardia parco del Parco Naturale della Val Torcea -.

L’abbattimento della Co2 provocata dal gas delle auto è solo una delle azioni con cui è possibile arginare fenomeni naturali che mettono seriamente a rischio la sopravvivenza della nostra civiltà. Se per di più, un apparente e pregiudizievole disagio si trasforma in un modo per apprezzare meglio la vacanza e restituire luce e anima alle migliori località del nostro arco alpino, “les jeux sont feux” direbbero i cugini d’oltralpe.

Pamela Pelatelli

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