Pesci cavalcati come se fossero moto, basta sfruttare gli animali marini per creare contenuti sui social!

Sui social sembra sempre più “normale” cavalcare animali marini o “giocare” con loro pericolosamente per cercare like: una tendenza preoccupante a cui si deve porre un freno

La diffusione di comportamenti irresponsabili e pericolosi che hanno a che fare con gli animali marini, come fingere di “guidare una moto” su un pesce barbuto o cavalcare orche come mostrato sui social da un video di @ecotalkfrance, sta diventando sempre più comune sui social network. Questo fenomeno scandaloso non solo mette in pericolo gli animali, ma contribuisce anche al deterioramento del delicato equilibrio degli ecosistemi marini.

Il pesce barbuto è una creatura rara per natura, ma la sua popolazione è diminuita drasticamente del 50% negli ultimi 30 anni a causa delle cattive pratiche di pesca. Questo declino è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Le azioni irresponsabili come quella di guidare una moto su un pesce barbuto rappresentano solo un sintomo di un problema più ampio: la mancanza di rispetto e consapevolezza nei confronti del mondo naturale.

Gran parte della colpa ricade sui social network, che hanno contribuito a banalizzare e normalizzare comportamenti dannosi nei confronti degli animali. Il fenomeno della strumentalizzazione dell’area per il divertimento personale è diventato sempre più comune, alimentato dalla ricerca di attenzione e fama sui social media.

Non ci si rende conto delle conseguenze

Il vero problema, però, risiede nel fatto che sempre più persone si sentono autorizzate a trattare gli animali marini e selvatici come oggetti di intrattenimento o spettacolo. Questo comportamento irresponsabile non solo mette a rischio la vita degli animali stessi, ma danneggia anche gli sforzi di conservazione e protezione della fauna selvatica.

È preoccupante anche il fatto che decine di migliaia di persone partecipino o condividano questi contenuti senza rendersi conto delle conseguenze negative che essi comportano. Questo perpetua un ciclo dannoso che deve essere interrotto.

Per invertire questa tendenza è fondamentale sensibilizzare e educare il pubblico, soprattutto i giovani, sull’importanza di rispettare e proteggere la natura e gli animali selvatici. Le piattaforme dei social media hanno il dovere di assumersi la responsabilità di rimuovere e vietare contenuti che promuovono comportamenti dannosi verso gli animali.

Inoltre è essenziale promuovere una cultura di rispetto e consapevolezza ambientale, incoraggiando le persone a impegnarsi attivamente nella conservazione della fauna selvatica e dei loro habitat. Non possiamo permettere che i social network continuino a sfruttare gli animali a fini di intrattenimento. Dobbiamo agire ora per fermare la diffusione di contenuti dannosi e promuovere un atteggiamento di rispetto e protezione verso il nostro prezioso patrimonio naturale.

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