Cammelli frustati e torturati per portare in giro i turisti: tutto quello che accade (prima e dopo) le escursioni nel deserto

I tour in cammello venduti in Egitto e altri Paesi nascondono abusi terrificanti, denunciati da turisti e animalisti. Non acquistare queste esperienze e non finanziare questo business sulla pelle degli animali

Hanno cicatrici su tutto il corpo, nascoste dove possibile da stole e colorate decorazioni tradizionali. Vengono frustati, picchiati a sangue, strattonati e trasportati ovunque ci siano turisti a cui vendere imperdibili escursioni sul loro dorso.

In Egitto e altri Paesi del Medio Oriente i cammelli vengono sottoposti a trattamenti di una crudeltà inimmaginabile prima e dopo i tour nei principali siti turistici. L’abuso ha proporzioni spaventose.

I giri in cammello sono un’offerta richiestissima, venduta dai tour operator ai loro clienti o dalle persone del posto ai primi visitatori che capitano a tiro. Solo pochi decidono di non sovvenzionarli.

Vengono proposti come un’esperienza da fare assolutamente per scattare le foto più belle e indimenticabili del soggiorno. Ma l’esperienza è piacevole solo per i vacanzieri. Per i cammelli è una agonia che non conosce fine.

Lo ha documentato già anni fa l’associazione animalista PETA Asia, raccogliendo materiale agghiacciante nel famoso mercato di Birqash, una piazza dove si acquistato e si vendono cammelli.

Qui gli animali vengono trattati come oggetti, forse anche peggio. I cammelli migliori sono selezionati e trasferiti ammassati su camion nei luoghi più gettonati dell’Egitto. Le loro zampe sono legate così che non possano provare scappare e ribellarsi.

Ricevono calci, frustate perché devono essere ammansiti comunque e rispondere ai comandi richiesti. Moltissimi presentano ferite aperte, infestate da mosche e mai curate. I commercianti non mostrano pietà. A loro non importa del benessere di questi animali.

Se si fiuta un’opportunità di guadagno, la si coglie al volo. Tour in cammello, fotografie accanto al cammello. Si pubblicizza di tutto. Quando l’animale non è più utile, lo si riporta al mercato.

I cammelli “a fine carriera” sono esausti. Non riesco a tenersi sulle zampe, a compiere un passo di più. Vengono allora trascinati, spesso legati a un veicolo. Sono carcasse viventi che saranno vendute per la loro carne e macellate senza scrupoli.

In Egitto, situazioni di questo tipo vengono denunciate spesso dai turisti, sconvolti da quello che vedono. Nel 2020 le passeggiate a cavallo o a cammello presso le piramidi di Giza e nei principali siti archeologici sono state vietate.

Ma oggi in tantissime località egiziane si continua a sfruttare e ad abusare di cammelli e cavalli. L’antichissima terra dei Faraoni non è un caso isolato. Accade lo stesso anche in altri Stati limitrofi e non.

Le immagini che provengono dalle investigazioni condotte in questi luoghi dovrebbero farci aprire gli occhi e rifiutare senza esitazione qualunque esperienza turistica che preveda l’uso di animali. Se le si acquista, si finanzia la sofferenza.

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Fonte: Peta

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