Sfere metalliche trovate nell’Oceano Pacifico, gli scienziati risolvono il mistero: “Hanno origini extrasolari”

Scoperta scientifica senza precedenti risolve il mistero delle "sfere metalliche" in fondo all'Oceano Pacifico: sono di origine extrasolare

Nel giugno 2023, una spedizione scientifica del Galileo Project – guidata dallo scienziato capo della spedizione, l’astrofisico Avi Loeb dell’Università di Harvard, e coordinata dal capo spedizione Rob McCallum di EYOS Expedition – ha recuperato delle piccole “sfere metalliche” dal fondo dell’Oceano Pacifico, al largo della Papua Nuova Guinea.

Le sferule sono state analizzate in laboratorio e hanno mostrato una composizione chimica insolita, che suggerisce una possibile origine extrasolare. Si ritiene che siano i frammenti di una meteora interstellare chiamata CNEOS 2014-01-08 (IM1), che ha attraversato l’atmosfera terrestre nel gennaio 2014 e si è disintegrata nell’oceano.

Una composizione mai vista prima

Le sferule metalliche hanno un diametro compreso tra 0,05 e 1,3 millimetri e sono state raccolte con una piastra magnetica trainata da una nave. Su 700 sferule trovate, cinque hanno una composizione chimica unica, denominata “BeLaU“, che indica un eccesso di berillio (Be), lantanio (La) e uranio (U).

Questa composizione è molto diversa da quella dei meteoriti provenienti dal Sistema solare, che si sono formati nelle regioni più periferiche. Inoltre, le sferule BeLaU hanno perso alcuni elementi volatili, come il manganese (Mn), lo zinco (Zn) e il piombo (Pb), a causa dell’evaporazione durante l’esplosione aerea della meteora. Anche i rapporti isotopici del ferro (Fe) sono diversi da quelli trovati sulla Terra, sulla Luna e su Marte.

La composizione chimica delle sferule suggerisce che la meteora interstellare potrebbe essere stata originata da un oceano di magma altamente differenziato di un pianeta con un nucleo di ferro al di fuori del Sistema solare o da fonti più lontane. Le sferule saranno ulteriormente studiate da quattro laboratori diversi: l’Università di Harvard, l’UC Berkeley, la Bruker Corporation e l’Università della Tecnologia in Papua Nuova Guinea (Unitech). Questa è la prima volta che si trovano prove di materiale interstellare sulla Terra.

Charles Hoskinson, che ha finanziato la spedizione, ha espresso il suo sostegno alle scoperte:

Si tratta di una scoperta storica, che segna per la prima volta il possesso da parte dell’uomo di materiali provenienti da un grande oggetto interstellare, e sono estremamente soddisfatto dei risultati di questa rigorosa analisi scientifica.

Il coordinatore della spedizione, Rob McCallum, si è detto entusiasta dei risultati ottenuti:

Questi dati sono stati accolti positivamente da tutto il team della spedizione, sia da chi è a bordo sia da chi lavora a terra. I risultati dimostrano il successo della prima spedizione esplorativa e aprono la strada a una seconda spedizione per la ricerca di ulteriori informazioni. Siamo entusiasti di poter realizzare i progetti dei nostri clienti in qualsiasi luogo della Terra, ma questo è letteralmente fuori dal mondo!

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Fonte: Harvard University – Galileo Project 

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