L’aurora boreale ha tinto di rosso anche i nostri cieli, le stupende immagini scattate sulle Alpi

L’aurora boreale è stata immortalata anche sulle Alpi, in Italia, Svizzera, Austria e Francia. Il fenomeno è molto raro a queste latitudini, ma non impossibile. Nella notte tra il 24 e il 25 settembre è stato immortalato dalle telecamere e diffuse sui social

Incredibile spettacolo nei nostri cieli! L’aurora boreale è stata immortalata anche sulle Alpi, in Italia, Svizzera, Austria e Francia: nella notte tra il 24 e il 25 settembre scorsi l’emozionante spettacolo è stato immortalato dalle telecamere poste in montagna, e diffuse sui social.

L’aurora boreale – chi l’ha vista lo sa – è uno dei fenomeni più emozionanti che la natura ci regala, ma non è facilissimo da ammirare dal vivo perché tipico delle altissime latitudini (così come l’aurora australe, alle estremità opposte).

Alle nostre latitudini, va da sé, è molto raro (per avere un’idea, per avere speranze di assistere allo spettacolo, è necessario recarsi oltre il 65° parallelo, mentre il nord del nostro Paese arriva al 47°). Ma non è impossibile, come ci ha dimostrato il cielo del 25 settembre prima dell’alba e qualche altro evento nel recente passato.

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Che cos’è l’aurora boreale

L’affascinante spettacolo dell’aurora boreale è causato dall’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre, e si manifesta come una danza di luci colorate che si muovono nel cielo notturno.

Il vento solare, a sua volta, è provocato da una tempesta solare, un disturbo della magnetosfera terrestre, temporaneo, dovuto a forti emissioni prodotte dal Sole dalla cui corona si “stacca” materia.

Le particelle emesse, tipicamente ad alta energia, interferiscono con il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all’espulsione di massa coronale. Questo può portare alle splendide aurore boreali, ma anche modificare le correnti elettriche presenti nella ionosfera, provocando interruzioni di corrente e disturbi della comunicazione.

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Perché l’aurora boreale è apparsa anche nei nostri cieli

Nei giorni scorsi, in effetti, era stata diramata un’allerta per una tempesta geomagnetica di moderata intensità con possibilità di picchi più intensi (se ne è in effetti verificata una di classe G2).

Ma c’è di più: in generale questo fenomeno è più probabile vicino agli equinozi, quindi nei mesi di marzo e settembre, a causa dell’effetto Russell-McPherron.

Come spiega la Nasa, i due scienziati che hanno dato il nome al fenomeno all’inizio degli anni ‘70 riconobbero l’esistenza di una connessione tra la componente del campo magnetico interplanetario situato lungo l’asse magnetico della Terra (chiamata Bz), e il cambiamento delle stagioni della Terra, dimostrando che la dimensione media di Bz è massima ogni anno all’inizio della primavera e dell’autunno.

La combinazione di una tempesta geomagnetica con un campo magnetico più intenso ha favorito dunque la “diffusione” dello spettacolare fenomeno anche a latitudini insolite.

Con risultati a dir poco emozionanti.

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Fonti: foto-webcam.eu / Sigi Fink/Facebook / Space Weather/X

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