Il Governo taglia i fondi destinati ai disturbi alimentari (ma chi ne soffre aumenta sempre più)

Il Governo non ha rinnovato il fondo per contrastare i disturbi alimentari e non ha convertito in legge l’emendamento sui LEA, lasciando molte persone senza assistenza e provocando la chiusura di numerosi centri in Italia

In Italia il problema dei disturbi alimentari persiste con quasi 4 milioni di persone colpite, ma la sanità nazionale non è adeguatamente attrezzata per affrontare questa sfida. Anzi, nonostante l’aumento dei casi, il Governo ha recentemente tagliato i fondi destinati a questo settore.

I disturbi alimentari, come anoressia, bulimia, binge eating disorder, vigoressia e ortoressia, influenzano la vita quotidiana di milioni di italiani. Non solo di chi ne soffre, ma anche di tutte le persone che sono attorno a chi ha questi problemi che tolgono a poco a poco la voglia di vivere.

La situazione è ulteriormente peggiorata con l’impennata dei nuovi casi verificatisi negli ultimi quattro anni, passando da 680.000 nuove diagnosi annue nel 2019 a 1.450.000 nel 2022. La richiesta di aiuto medico è cresciuta del 30%, mettendo a dura prova un sistema sanitario già fragile in questo settore.

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Circa 22.000 pazienti, in cura grazie al Fondo, rimarranno senza assistenza

Nel 2021, grazie alle pressioni di associazioni e attivisti, è stato stanziato un fondo da 25 milioni di euro per contrastare i disturbi alimentari e sono stati inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Tuttavia, l’ultima manovra del Governo ha ignorato il rinnovo del fondo e non ha convertito in legge l’emendamento sui LEA, lasciando molte persone senza assistenza e provocando la chiusura di numerosi centri in Italia.

Ciò significa che circa 22.000 pazienti, in cura grazie al Fondo, rimarranno senza assistenza, e la mancanza di finanziamenti minaccia la chiusura di decine di centri nel Paese. Un problema enorme calcolando che nel 2023, il Registro Nominativo delle Cause di Morti (Rencam) ha registrato 3.780 decessi correlati ai disturbi alimentari, diventando una delle principali cause di morte per adolescenti e giovani donne, seconda solo agli incidenti stradali.

Nonostante questo il Governo italiano ha deciso di fare marcia indietro. Proprio per questo il 19 gennaio sono previste manifestazioni in diverse città italiane, con l’obiettivo di protestare contro le decisioni del Governo e chiedere l’inserimento dei disturbi alimentari nei LEA come categoria a sé stante, con fondi dedicati.

Una migliore forma di assistenza non solo è qualcosa di auspicabile, ma è anche qualcosa di necessario. È fondamentale poter contare su un impegno più forte da parte dello Stato per contrastare i disturbi alimentari, nonché avere a disposizione risorse adeguate per affrontare tali problemi.

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