Un comune farmaco usato per la pressione sanguigna si è rivelato efficace nella prevenzione dell’Alzheimer (soprattutto con questi pazienti)

Una recente ricerca sul morbo di Alzheimer ha individuato in alcuni farmaci per trattare la pressione sanguigna alta, la chiave per contrastare lo sviluppo della demenza in uno specifico gruppo etnico

Considerare come i pazienti di diversi gruppi etnici rispondono allo stesso farmaco potrebbe essere cruciale per trovare nuovi trattamenti per l’Alzheimer, un disturbo che l’Alzheimer’s Association in precedenza considerava una “epidemia silenziosa” tra gli adulti neri.

Il recente studio condotto dalla Cleveland Clinic pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association ha mostrato che il telmisartan, un farmaco attualmente prescritto per le persone con pressione alta, è associato a un minor rischio di Alzheimer, in particolare nei pazienti neri di età superiore ai 60 anni.

I dati di milioni di adulti di età superiore ai 60 anni non hanno mostrato lo stesso effetto potenziale nei pazienti bianchi. Quindi, i risultati suggeriscono che i futuri studi clinici dovrebbero dare la priorità all’inclusione di pazienti provenienti da popolazioni minoritarie per trovare o rafforzare tali associazioni.

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Lo studio

Più di 6 milioni di persone soffrono del morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza. Gli adulti neri di età superiore ai 60 anni hanno da 1,5 a 2 volte più probabilità di sviluppare la malattia rispetto ai pazienti bianchi.

Finora esiste un solo farmaco approvato per trattare una potenziale causa alla base dell’Alzheimer direttamente nel cervello, sebbene ci siano altre opzioni per affrontare i sintomi.

I ricercatori hanno affermato che:

Considerare le risposte ai farmaci specifiche per razza ha il potenziale per migliorare drasticamente l’assistenza ai pazienti. L’identificazione di questi farmaci può anche rivelare maggiori informazioni sulla malattia stessa.

Il team di ricerca ha applicato tecniche innovative, utilizzando l’intelligenza artificiale e i dati non identificati dagli ampi sistemi di cartelle cliniche elettroniche della Cleveland Clinic, per identificare nuovi bersagli e medicinali riutilizzabili per il trattamento dell’Alzheimer.

Per questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un’analisi di progettazione di coorte retrospettiva all’avanguardia per esaminare i dati di oltre 5 milioni di pazienti nell’Alzheimer’s Disease Sequencing Project. Hanno scoperto che telmisartan era significativamente associato a una ridotta incidenza della malattia nei partecipanti neri.

Telmisartan fa parte di un gruppo di farmaci che trattano la pressione alta bloccando l’angiotensina II, un ormone che provoca la costrizione dei vasi sanguigni.

Un altro farmaco per la pressione sanguigna che tratta l’ipertensione in modo diverso, ossia il lisinopril, non ha mostrato gli stessi potenziali benefici del telmisartan, indicando che i bloccanti dell’angiotensina II potrebbero essere utili nella prevenzione o nel trattamento dell’Alzheimer nei pazienti neri.

Il Dottor Cheng, primo autore dello studio, ha sottolineato che:

Sebbene i pazienti neri abbiano maggiori probabilità di sviluppare l’Alzheimer e soffrano di comorbidità associate, sono cronicamente sottorappresentati negli studi clinici. Tenere questo a mente quando si recluta per le ricerche può aiutare a produrre diversi dati genetici sulla popolazione, fondamentali per ulteriori indagini e scoperte.

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Fonte: Alzheimer’s Association

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