Secondo una recente ricerca per ridurre il rischio di declino cognitivo e, di conseguenza, di demenza basterebbe fare anche solo 4000 passi. Secondo i ricercatori questi dati sostengono l'importanza di uno stile di vita attivo come antidoto al declino cerebrale

©konstantinraketa/123rf
Fare dai 3.800 ai 9.800 passi ogni giorno potrebbe ridurre il rischio di declino mentale, questo è quanto risulta da un nuovo studio.
Nello specifico, secondo i ricercatori una corsa lenta oppure una camminata veloce possono ridurre il rischio di Alzheimer; in più, dai dati è emerso che le persone che facevano anche solo 3.800 passi al giorno, a qualsiasi velocità, hanno ridotto del 25% il rischio di declino cognitivo.
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Lo studio
Lo studio, pubblicato su JAMA Neurology, ha analizzato i dati di oltre 78.000 persone di età compresa tra 40 e 79 anni che indossavano accelerometri da polso. I ricercatori hanno contato il numero totale di passi al giorno di ciascuna persona e li hanno quindi suddivisi in due categorie: meno di 40 passi al minuto, e più di 40 passi al minuto.
Hanno anche controllato età, etnia, istruzione, sesso, stato socio-emotivo e quanti giorni hanno indossato un accelerometro, i ricercatori hanno anche preso in considerazione variabili riguardanti lo stile di vita come cattiva alimentazione, fumo, uso di alcol, uso di farmaci, problemi di sonno e una storia di problemi cardiovascolari.
Dai dati è emerso che chi faceva 9.826 passi al giorno aveva il 50% in meno di probabilità di sviluppare demenza entro sette anni.
Questi numeri suggeriscono che uno stile di vita attivo è la chiave per proteggerci dal rischio di malattie neurodegenerative.
Lo studio aveva alcune limitazioni: prima di tutto era solo osservazionale, quindi non può stabilire una causa ed effetto diretto tra il camminare e un minor rischio di demenza. Inoltre, la fascia di età dei partecipanti potrebbe aver portato a casi limitati di demenza, il che significa che i risultati potrebbero non essere generalizzabili alle popolazioni più anziane.
Ma, pur concordando sul fatto che i risultati non possono essere interpretati come causa ed effetto diretti, le prove crescenti a sostegno dei benefici dell’attività fisica per il mantenimento di una salute cerebrale ottimale non possono più essere ignorate.
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Fonte: JAMA Neurology
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