Cancro al seno: questa sostanza nel cardamomo potrebbe essere la chiave per bloccare i tumori aggressivi

Secondo uno nuovo studio il cardamomo ha al suo interno una sostanza, nota come cardamonina, in grado di bloccare lo sviluppo di alcuni tra i più aggressivi tumori al seno. Una scoperta fondamentale nella ricerca per poter aprire la strada a nuovi ed efficaci trattamenti.

Secondo una recente ricerca, il cardamomo potrebbe essere la chiave per affrontare i tipi aggressivi di cancro al seno.

Secondo gli studiosi tale effetto è da attribuire a un composto naturale chiamato cardamonina che si trova nella spezia, ed è in grado di uccidere le cellule tumorali.

Circa il 10-15% dei tumori al seno sono noti come “triplo-negativi”, poiché sono più aggressivi e mortali. Ma ora gli scienziati hanno fatto una scoperta promettente che potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti.

L’autrice dello studio, la dott.ssa Patricia Mendonca ha dichiarato:

C’è un bisogno fondamentale di studiare le piante medicinali come un nuovo modo per combattere questo cancro.

(Leggi anche: Cardamomo: come coltivarlo in casa a partire dai semi in dispensa)

Lo studio

Il suo team ha studiato come la cardamonina ha influenzato l’espressione di un gene soprannominato PD-L1 che si trova nelle cellule tumorali.

Il gene svolge un ruolo fondamentale nell’aiutare le cellule del cancro al seno a sfuggire al sistema immunitario.

Hanno testato la spezia su cellule tumorali derivate da donne di origini afroamericane, e donne di origine europea.

È stato scoperto che la cardamonina uccide le cellule tumorali di entrambi i gruppi, ma limita solo l’espressione di PD-L1 nelle donne europee. Le variazioni genetiche tra le razze potrebbero spiegare perché le cellule tumorali hanno risposto in modo diverso alla spezia.

Il cardamomo è una spezia ottenuta dai semi di diverse piante dei generi Elettaria e Amomum. Entrambi sono originari del subcontinente indiano, dell’Indonesia e dell’Asia tropicale e subtropicale.

Oggi, la preziosa spezia è coltivata anche in Guatemala, Malesia e Tanzania ed è la terza spezia più costosa, dopo lo zafferano e la vaniglia.

Ingrediente comune nella cucina indiana e nella panificazione dei paesi nordici, il cardamomo ha un gusto forte e unico, con un profumo intensamente aromatico.

I primi riferimenti al cardamomo come spezia medicinale, si trovano nelle letterature ayurvediche dell’India, ma anche gli antichi medici greci, Dioscoride e Ippocrate, scrissero delle sue proprietà terapeutiche, identificandolo come un aiuto digestivo.

I semi, gli oli e gli estratti sono stati usati nella medicina tradizionale per secoli; uno studio del 2009 ha mostrato che ha ridotto significativamente la pressione sanguigna.

(Leggi anche: Cancro al seno: identificati per la prima volta biomarcatori per la diagnosi precoce grazie al latte materno )

Altri studi hanno dimostrato che la polvere di cardamomo può aumentare l’attività di alcuni enzimi, che aiutano a combattere il cancro. Un’altra ricerca ha mostrato, invece, che un certo composto nella spezia ha impedito alle cellule tumorali orali di moltiplicarsi.

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Fonte: Experimental Biology

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