Cancro al seno: questo ftalato usato comunemente nei dispositivi medici aumenta il rischio di recidiva

Secondo una nuova ricerca un comune ftalato, ampiamente usato in ambito medico e cosmetico, può aumentare il rischio di tumore al seno

Secondo una nuova ricerca un comune ftalato, ampiamente usato in ambito medico e cosmetico, può aumentare il rischio di tumore al seno

Un nuovo studio ha scoperto che un comune ftalato, ossia il Dehp, usato per rendere flessibile e morbido il cloruro di polivinile (PVC) aumenta la mortalità per cancro al seno e il rischio di recidiva. (Leggi anche: Ftalati: sono ovunque, le soglie di sicurezza vanno riviste subito)

Il team di ricerca ha rilevato un legame tra il Dehp e il rischio di cancro al seno; ma non è tutto, poiché questo plastificante, impiegato per ammorbidire la plastica, legare il trucco e far aderire l’inchiostro ai contenitori ha diversi effetti negativi sulla nostra salute. Infatti, oltre al rischio di sviluppare un tumore al seno, sarebbe connesso anche a un più alto rischio di diabete e infertilità.

Questo ftalato è utilizzato in diversi ambiti, come quello cosmetico e medico, ad esempio lo ritroviamo in diversi profumi ampiamente noti e in molte apparecchiature mediche come sacche endovenose, tubi di plastica, e nella somministrazione di agenti chemioterapici alle pazienti affette da cancro al seno. In tal senso, quindi, l’impiego di Dehp potrebbe aumentare il rischio di recidive e indebolire i trattamenti contro questa malattia.

Nello studio è stato dimostrato come il Dehp abbia attivato un gene che favorisce la proliferazione di metastasi e la resistenza del tumore alle cure. Come agisce? Questo ftalato altera il sistema endocrino e riesce a contrastare i trattamenti di cura. Quindi, l’esposizione continua a questi interferenti endocrini, secondo la ricerca, può contribuire a sviluppare determinati tumori al seno e ad aumentare il rischio di ricadute; a dover stare particolarmente attenti sono i soggetti più vulnerabili, come ad esempio le donne in dolce attesa.

La Commissione Europea riconosce questi rischi e, soprattutto, è consapevole di come l’uso di interferenti endocrini possa avere effetti irreversibili anche gravi sulla salute. Quindi, auspichiamo a un miglioramento tempestivo del sistema normativo europeo, che deve riconoscere gli ftalati come sostanze altamente cancerogene in modo da proibirne l’utilizzo e garantire una riduzione nell’esposizione da parte dell’uomo.

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Fonte: ScienceDirect

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