Uno studio rileva che la consapevolezza non basta per aumentare la sensibilità ambientale

Non basta aumentare la propria consapevolezza del "qui e ora" per diventare persone più attente all'ambiente, secondo questo nuovo studio

Vivere con più intenzionalità, essere ancorati al momento presente e connessi con l’ambiente che ci circonda, porta a un aumento della sensibilità nei confronti della Natura e della sua tutela?

Se lo sono chiesti i ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison (Stati Uniti) nell’ambito di un’indagine volta ad accrescere l’attenzione su tematiche quali inquinamento, crisi climatica, depauperamento delle risorse naturali.

Lo studio

L’obiettivo dei ricercatori americani era capire se esista una correlazione fra mindfulness e pratiche meditative e l’aumento della coscienza ambientale.

Lo studio ha coinvolto un campione di 150 partecipanti: fra essi vi erano sia meditatori esperti (con più di 9.000 ore di meditazione al loro attivo) che persone senza esperienza alcuna nel campo della meditazione.

Fra chi non aveva esperienza nella meditazione, alcuni hanno seguito un corso di formazione sull’uso della mindfulness per ridurre lo stress, mentre altri hanno seguito un corso per la gestione dello stress che non prevedeva il ricorso alla mindfulness ma ad altre strategie (corretta alimentazione, esercizio fisico…).

Infine, un piccolo numero di partecipanti privi di esperienza nel campo della meditazione non ha partecipato ad alcun corso di formazione, ma è stato tenuto come “gruppo di controllo”.

Alla fine del periodo di formazione (durato otto settimane), i ricercatori hanno misurato i livelli di eco-compatibilità di ciascun gruppo di partecipanti sulla base di tre fattori principali:

  • comportamento ecologico, ovvero comportamenti e abitudini adottati intenzionalmente allo scopo di ridurre il proprio impatto dannoso sull’ambiente
  • atteggiamento ecologico, ovvero la preoccupazione generale mostrata per questioni quali crisi climatica, inquinamento ed eventi meteorologici estremi
  • benessere sostenibile, ovvero la valutazione di quanto proprio benessere psicologico dipenda da comportamenti dannosi per l’ambiente (ad esempio, il consumo di risorse naturali).

Tutte queste informazioni sono state raccolte grazie a questionari somministrati ai partecipanti o ad autovalutazioni fatte dai partecipanti stessi.

I risultati

Dai dati raccolti, è emerso che non sempre mindfulness e meditazione vanno “a braccetto” con atteggiamenti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente come si potrebbe invece pensare.

Infatti, anche se i meditatori di lungo corso hanno mostrato atteggiamenti più rispettosi dell’ambiente rispetto ai non meditatori, non hanno mostrato alcuna differenza per quanto riguarda il comportamento ecologico.

Inoltre, coloro che hanno ricevuto la formazione mindfulness per la gestione dello stress non hanno mostrato cambiamenti misurabili né negli atteggiamenti né nei comportamenti ecologici, e non hanno mostrato un benessere sostenibile maggiore rispetto a chi non ha ricevuto la formazione.

I motivi di questo “fallimento” possono essere molti e saranno oggetto di altri studi. I ricercatori ipotizzano che alcune pratiche di mindfulness (come ad esempio la mindfulness della compassione) più di altre possano contribuire allo sviluppo di una mentalità attenta all’ambiente.

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Fonte: Journal of Environmental Psychology

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