Green non è macho: gli uomini considerano l’ecosostenibilità poco virile

Gli uomini generalmente sono meno “green” delle donne in quanto ritengono l’ecosostenibilità uno stile di vita tipicamente femminile e per questo non abbastanza virile. Ad affermare ciò è un rapporto americano.

Gli uomini generalmente sono meno “green” delle donne in quanto ritengono l’ecosostenibilità uno stile di vita tipicamente femminile e per questo non abbastanza virile. Ad affermare ciò è un rapporto americano.

Le donne tendono a vivere uno stile di vita più amico dell’ambiente, rispetto agli uomini buttano meno, riciclano di più e lasciano un’impronta di carbonio ridotta. Alcuni ricercatori dell’Università di Notre Dame nell’Indiana hanno suggerito che le differenze di personalità possono aiutare a spiegare come mai esista questo divario tra i sessi nei confronti dell’ecologia.

Per arrivare ad affermare questo gli esperti hanno esaminato 7 studi che hanno coinvolto oltre 2000 soggetti riscontrando che uomini e donne hanno atteggiamenti diversi nei confronti dell’ecocompatibilità, in sostanza gli uomini non sono inclini ad adottare comportamenti consapevoli a livello ambientale per paura di apparire meno maschili.

Il problema è dunque l’esistenza di una sorta di “stereotipo verde-femminile“: sia uomini che donne hanno giudicato infatti i prodotti, i comportamenti e i consumatori eco-compatibili più femminili rispetto alle loro controparti non verdi. In un esperimento i partecipanti di entrambi i sessi hanno descritto un individuo che ha utilizzato una borsa di tela riutilizzabile al supermercato come più femminile di chi invece aveva utilizzato un sacchetto di plastica, indipendentemente dal fatto che il consumatore fosse in realtà un maschio o una femmina.

In un altro esperimento, i partecipanti hanno dichiarato di essersi sentiti più femminili dopo aver ricordato un periodo in cui avevano fatto qualcosa di buono a favore dell’ambiente.

Il problema non è dunque che agli uomini non interessa la sostenibilità ambientale ma che tendono in qualche modo a difendere la loro virilità. A questo proposito James Wilkie, psicologo del consumo dell’Università di Notre Dame e autore dello studio ha dichiarato:

“Non è che gli uomini non si preoccupino dell’ambiente ma tendono anche a voler affermare il proprio essere ‘macho’ e temono che i comportamenti eco-compatibili li possano far etichettare come femminili”

Che cosa si può fare dunque per evitare che gli uomini associno “green” a femminile? Gli esperti ritengono che i messaggi e i materiali di marketing ecologici dovrebbero essere progettati per affermare la mascolinità degli uomini e dare loro la fiducia necessaria per superare la loro paura di essere giudicati come troppo femminili quando si tratta di sostenibilità ambientale. Anche alcuni esperimenti provano che gli uomini che si sentono sicuri della loro virilità sono più a loro agio nell’adottare comportamenti verdi.

Un esperimento ad esempio ha mostrato come persone di sesso maschile siano più propense a donare ad una non profit verde con un logo maschile (colori nero e blu scuro con un lupo ululante con il nome “Wilderness Rangers” in grassetto) di uno con un tradizionale logo (colori verde chiaro e marrone chiaro con un albero, con il nome di “Amici della natura”).

E in uno studio sul campo condotto presso una concessionaria BMW in Cina, i clienti maschi erano più interessati a un veicolo ibrido dopo aver visualizzato un annuncio stampa con un termine maschile nella descrizione del modello rispetto a quando erano di fronte ad una pubblicità tradizionale.

Insomma secondo questo studio dovremmo giocare un po’ di astuzia per convincere anche gli uomini che essere green fa bene a tutti e non deve essere legato a nessuno stereotipo di genere.

Francesca Biagioli

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