I Ching, avvicinarsi al Libro dei Mutamenti

I Ching, ovvero il Libro dei Mutamenti, è il più antico metodo divinatorio che raccoglie la sapienza del Taoismo e del Confucianesimo.

I Ching, o Libro dei Mutamenti, è forse uno dei testi più letti al mondo e “tratta del Cielo e della terra, dello Yin e dello Yang, delle Quattro Stagioni e dei Cinque Elementi; è lo studio del divenire per eccellenza”. Antichissimo, risale ad oltre 4000 anni fa.

I Ching racchiude le conoscenze e la sapienza delle due maggiori correnti filosofiche e religiose cinesi, il Taoismo e il Confucianesimo (e, tra l’altro, è ritenuto uno dei libri canonici rivisti, integrati, arricchiti nei contenuti proprio da Confucio; gli altri sono: Le Memorie sui Riti, che definiscono i rapporti tra gli uomini; il Classico dei Documenti, in cui si parla delle gesta dei re nell’antichità; Il Classico delle Odi, dedicato alla poesia: i soggetti sono monti e fiumi, vallate e burroni, alberi ed erbe, animali ed uccelli, maschi e femmine; Annali delle Primavere ed Autunni, ovvero lo studio del governo dell’umanità, che tratta di cosa è giusto e cosa non lo è).

La bellezza e la magia dell’I Ching sta nel suo linguaggio simbolico e nel fatto che le sue “sentenze” (le indicazioni che fornisce, a chi gli pone una domanda) hanno un contenuto universale: raccontano delle profonde leggi che governano la natura e l’uomo, rispettandone sia il destino che il libero arbitrio. Ricordano che nulla è fermo per sempre (neppure se è morto). Ecco perché si chiama “Libro dei Mutamenti”: (linkaffiliazione) perché tutto, continuamente, si trasforma. È in divenire. Al giorno segue la notte e alla fine della notte rinasce il giorno; dopo il sole arrivano le stelle e la luna, all’inverno segue la primavera, dopo una tempesta torna il sereno e il cielo sereno prima o poi vedrà nuove nubi; si nasce e si cresce e in ogni istante si cambia, e nella morte si cambia di nuovo stato; il mare si muove con le maree e nell’onda che va e che viene è sempre lo stesso e mai lo stesso.

Quando si chiede, l’I Ching risponde. Spesso, della situazione presente, racconta molto più di quanto chi interroga già sappia; fornisce suggerimenti per affrontare le cose e delineando le fasi dell’azione – quindi la trasformazione – che si deve compiere. Parla anche del risultato che dipende, comunque, dalla nostra decisione di seguire o meno i suggerimenti ricevuti.

Non c’è dubbio che – come suggerisce il testo stesso – per comprendere le risposte date dai Ching sia necessario compiere una serie di passaggi: “Esamina dapprima le parole, medita tutto ciò che esse intendono, le norme fisse allora si palesano”. E poi l’avvertenza: “Se tu però non sarai l’uomo giusto, a te il significato non si svela”. Giustamente.

I Ching parlano attraverso il simbolismo dei trigrammi che parlano attraverso le linee intere, che rappresentano la polarità Yang, e le linee aperte, che indicano la polarità Yin. Ogni trigramma è costituito da tre di queste linee, in otto diverse combinazioni; la linea di base rappresenta il Qi (energia) terrestre, quella centrale il Qi umano, quella superiore il Qi celeste.

Ciascun trigramma può poi essere combinato con ognuno degli altri, dando origine a sessantaquattro combinazioni di sei linee, ovvero i sessantaquattro esagrammi: espressione vivente del libro cinese dell’oracolo, rappresentano tutte le possibili condizioni della vita umana.

Come si interrogano i Ching?

Ci sono diversi metodi: alcune conoscenze sono riservate e tramandate dai (pochi) maestri attraverso formazioni specifiche ma una lettura di base è accessibile per chiunque. Una premessa è fondamentale, anche per il raggiungimento di un “soddisfacente” risultato finale: I Ching non dovrebbero essere scomodati con domande sciocche né, tantomeno, troppo spesso. Sicuramente è bene farlo ricavandosi un tempo sufficiente, protetto da “interferenze altrui” o altre distrazioni: servono l’atmosfera e lo spazio giusti per entrare in contatto con il tema che sta a cuore e in relazione con l’apertura alla risposta che arriverà, onorando lo strumento che si utilizza.

Concretamente, si prende una moneta e si stabilisce, ad esempio, che la testa rappresenta una linea yang e la croce una linea yin (o viceversa).

Quindi, posta una domanda ben precisa (I Ching non rispondono sì o no, piuttosto danno consigli sulla situazione), si tira per sei volte la moneta. Il primo tiro determinerà la forma (linea chiusa o aperta) della linea di base dell’esagramma (partendo dal basso); il secondo tiro, la seconda linea dell’esagramma (la seconda linea partendo dal basso, verso l’alto) e così via.

Con sei tiraggi, l’esagramma sarà completato, la divinazione pronta per essere letta. La “sentenza” (espressa in forma simbolica e poetica e, normalmente, “tradotta” in un linguaggio più comprensibile in quasi tutti i testi oggi disponibili sul mercato – linkaffiliazione)rappresenta la prima risposta, su cui si basa il successivo “mutamento”: ad ogni linea del primo esagramma estratto corrispondono altrettante “avvertenze” su come quell’energia si muoverà e trasformerà attraverso situazioni, persone, occasioni.

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