Felicità: 6 abitudini che la allontanano dalla tua vita (e che dovresti smettere oggi stesso)

La felicità non piove dal cielo, siamo noi a costruirla giorno dopo giorno adottando le giuste abitudini: ecco quelle da evitare se non vogliamo vivere una vita di frustrazione e infelicità

Molte persone a giorno d’oggi ritengono di non essere felici e di non poter raggiungere la felicità nelle condizioni in cui vivono. Imputano la loro infelicità a condizioni lavorative poco vantaggiose, a problemi familiari o insoddisfazione economica o ancora a un aspetto fisico poco gradevole, all’assenza di un partner e così via.

Quante volte abbiamo sentito dire (o abbiamo detto noi stessi): “Saro felice quando…”, rimandando così il tempo della felicità a un futuro indefinito e lontano, successivo al raggiungimento di quella cosa che oggi ci manca ma che, ne siamo certi, sarà in grado di assicurarci la felicità che meritiamo.

In realtà, per essere felici non occorrono né il denaro, né una posizione lavorativa prestigiosa, né un partner che ci ami, né una macchina nuova. Possiamo essere felici già oggi, con quello che abbiamo – poco o molto che sia.

Maggiori o minori livelli di felicità, infatti, derivano dal portare avanti abitudini più o meno sane nella nostra vita di ogni giorno che, nel lungo periodo, possono fare una grande differenza.

Abbiamo individuato 6 abitudini che bloccano il raggiungimento della nostra felicità personale e che sarebbe meglio evitare oggi stesso.

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Ecco alcune abitudini che allontanano la felicità e che dovresti cercare di modificare nella tua vita per apprezzare il presente e vivere con più serenità

Lamentarsi e vivere di confronti

Passare il giorno a lamentarsi, oltre a rappresentare un enorme spreco di energie preziose, è anche una via preferenziale verso l’infelicità. Qualunque sia la soddisfazione che lamentarsi sembra offrire, essa è fugace ed effimera.

In realtà, non c’è niente di vantaggioso nel lamentarsi sempre delle proprie condizioni di salute, del proprio lavoro o dei problemi che ci affliggono. Questa pessima abitudine non fa che rafforzare il senso di impotenza e di frustrazione, diventando una fonte cronica di scoraggiamento, sia per se stessi che per gli altri.

Allo stesso modo, vivere nel confronto costante con gli altri (oggi favorito dall’uso dei social network) accresce esponenzialmente sentimenti negativi come l’invidia e la gelosia.

Vedere che gli altri si divertono, sono in vacanza in mete esotiche, godono di cena in ristoranti lussuosi, fanno viaggi in giro per il mondo o acquistano oggetti che desideriamo anche noi, non fa che aumentare il nostro senso di frustrazione e di insoddisfazione.

Quindi sarebbe più opportuno lasciare la vita virtuale fuori dalle nostre giornate per imparare a godere delle tantissime opportunità che ogni giorno la vita ci pone davanti.

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Non essere curiosi

Creatività e curiosità sono ciò che rendono il nostro animo sempre aperto alle nuove esperienze e ben disposto alla felicità. Al contrario, se ci precludiamo occasioni di sviluppo della nostra creatività, stiamo precludendo a noi stessi un’occasione per per vivere una vita più felice.

Impariamo a suonare uno strumento, frequentiamo un corso di decoupage o di cucito creativo, cimentiamoci con piccoli lavoretti fatti a mano, sperimentiamo nuovi ingredienti e nuove ricette in cucina: coltivando queste passioni, coltiveremo anche la nostra felicità.

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Cadere nelle dipendenze

Nulla ci può allontanare dalla felicità quanto il cadere in una dipendenza. Le dipendenze più note e più pericolose per la nostra salute sono ovviamente quelle dal fumo, dall’alcol e dalle sostanze stupefacenti.

Non dobbiamo dimenticare, però, che esistono altre forme di dipendenza in grado di danneggiare allo stesso modo il nostro cervello e innescare dei meccanismi che ci portano alla apatia, alla frustrazione e all’infelicità.

La dipendenza dalla tecnologia e dai social network può essere identificata come un fattore in grado di scatenare infelicità; allo stesso modo, la dipendenza dal cibo (in particolare, da alimenti dolci e ipercalorici) può generare nel nostro cervello reazioni chimiche simili a quelle generate dal consumo di sostanze stupefacenti.

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Trascurarsi

L’amor proprio […] non è un peccato così vile come l’auto-abbandono”, scriveva William Shakespeare – e aveva ragione: trascurare se stessi, non curare il proprio aspetto fisico e il modo in cui appariamo agli altri è fonte di profonda infelicità.

Mangiare male, non fare sport, non avere addosso i vestiti che ci piacciono, non curare il nostro aspetto fisico e lamentarci poi perché non ci piacciamo, sono tutti atteggiamenti che ci portano a essere insoddisfatti e, di conseguenza, infelici.

A volte, basta davvero poco per cambiare questa rotta:

  • facciamo un bel decluttering ed eliminando dal nostro armadio tutti quei vestiti in cui non ci ritroviamo più e che non ci piacciono come un tempo, sostituendoli con vestiti nuovi che valorizzino il nostro corpo, al di là della taglia e del peso;
  • iniziamo a fare un’attività fisica moderata ma costante (basta anche solo una passeggiata al giorno, se non siamo persone allenate) per mettere in moto i muscoli del corpo;
  • eliminiamo snack, dolciumi e bevande zuccherate dalla dispensa e sostituiamo questi prodotti con alimenti più sani e nutrienti; limitiamo al minimo il consumo di alcolici e di “sfizi” fuori-pasto che distruggono la nostra regolarità intestinale e ci espongono al rischio di problemi di salute;
  • infine, mettiamo in pratica sane abitudini di consapevolezza, come il journaling o la meditazione, per tornare in contatto con la nostra coscienza e dare ascolto ai nostri desideri più profondi.

Serbare rancore

Discutere e litigare con gli altri per portare avanti la propria opinione o per rivendicare un proprio diritto può essere positivo, se apporta degli effettivi benefici alla nostra condizione.

Ma continuare a rimuginare su offese che abbiamo subito o su screzi appartenenti al passato non fa altro che alimentare quei sentimenti di frustrazione e di infelicità che dovremmo eliminare dalla nostra vita.

Allo stesso modo, andare in giro a parlare male degli altri, facendosi veicolo di pettegolezzi e maldicenze, ci allontana dal raggiungimento della nostra felicità personale.

Come spiegato da Matthieu Ricard, un monaco buddhista considerato “l’uomo più felice del mondo”, non possiamo sperare di essere davvero felici se continuiamo ad agire a danno degli altri, se per alimentare il nostro benessere dobbiamo provocare la sofferenza altrui.

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Isolamento sociale

Come affermavano i filosofi greci, siamo animali sociali – ecco perché le relazioni con gli altri sono così importanti per l’ottenimento di una vita davvero piena e felice. Isolamento e solitudine, al contrario, sono nemici della nostra felicità.

Uno studio della BBC ha dimostrato che l’isolamento sociale, oltre a causare infelicità, è responsabile anche di un aumentato rischio di sviluppo di alcune patologie – quali ictus, infarto e demenza.

Insomma, essere felici non è frutto del caso o di circostanze fortunate che possono o meno accadere nella nostra vita, ma è una scelta che noi compiamo ogni giorno, è un cammino che va portato avanti con costanza, modificando gradualmente le nostre abitudini e cercando di fare qualcosa concretamente per arrivare a stare bene con noi stessi e con gli altri.

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