Intossicazione da tonno fresco in Piemonte. Il pesce contaminato proveniva dalla Spagna

L'intossicazione di una coppia di Torino pone i riflettori su tonno fresco proveniente dalla Spagna.

Tonno tossico in Piemonte: superava di sei volte i limiti consentiti per legge il livello di tossine ritrovato nel tonno proveniente dalla Spagna che ha provocato l’intossicazione di una coppia di Torino. Si tratta di istamina e l’avvelenamento è avvenuto dopo avere consumato a casa tonno fresco acquistato in una pescheria in città.

I due sono stati trattati in ospedale con cortisone e antistaminici e sono fuori pericolo, ma resta da capire in quale punto si sia interrotta la catena del freddo provocando una simile proliferazione di tossine.

Le analisi condotte dal laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Torino, diretto dalla dottoressa Lucia Decastelli, hanno rilevato la positività alla sindrome sgombroide in diversi campioni: nei residui del pasto, nella pescheria e nel lotto in confezione integra che si trova presso il grossista. In tutti i campioni sono stati trovati livelli elevati di istamina in quantità superiori di sei volte rispetto alla soglia di sicurezza.

L’Asl, per questo primo caso che quest’anno si verifica in Piemonte, sta redigendo la notizia di reato da inviare alla magistratura per le indagini.

L’intossicazione da sindrome sgombroide si presenta con sintomi che vanno dall’arrossamento della pelle al prurito, fino ad arrivare alla cefalea, ai crampi addominali, alla nausea, alla diarrea e alle palpitazioni.

Come spiegano dall’Asl Città di Torino la cattiva conservazione del pesce provoca lo sviluppo di istamina (in alcuni casi il processo si attiva già sulle navi di cattura), una tossina che oltretutto resiste alla cottura dei cibi: è infatti termostabile, cioè resistente al calore e quindi alla preparazione.

Già in Italia l’anno scorso si era puntata l’attenzione sul rischio da intossicazione alimentare legato al consumo di tonno fresco con alti livelli di istamina.

Per ora, e in attesa dell’inchiesta, non si sa se il tonno consumato dai due coniugi torinesi rimandi alla stessa ditta o ad un’altra. Allo stesso modo, si tratta di capire in quale punto preciso della filiera si è interrotta la catena del freddo.

Per tutti, per i consumatori e soprattutto per i venditori, dovrebbe valere la stessa regola: è necessario avere cura del mantenimento ininterrotto della catena del freddo per i prodotti simili, quelli “deperibili”, non bisogna mai comprare quantità eccessive e controllare sempre l’efficienza e lo stato di manutenzione del proprio refrigeratore, monitorando l’effettiva temperatura e individuando la zona interna più fredda.

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Germana Carillo

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