Mangiare pesce 3 volte a settimana aiuta a prevenire l’ictus

Che mangiare pesce facesse bene all’organismo e in particolare al cervello per i suoi alti contenuti di fosforo era cosa risaputa. In tutto il mondo infatti sono stati effettuati studi di vario tipo che hanno evidenziato gli effetti positivi degli omega3, soprattutto sul cuore e la vista, mentre altri test hanno riscontrato delle conseguenze benefiche anche nelle crisi post-partum. Ma ora arriva un nuovo studio svedese in cui gli scienziati evidenziano una stretta relazione tra il consumo di pesce e la riduzione del rischio di ictus nella donne.

Che mangiare pesce facesse bene all’organismo e in particolare al cervello per i suoi alti contenuti di fosforo era cosa risaputa. In tutto il mondo infatti sono stati effettuati studi di vario tipo che hanno evidenziato gli effetti positivi degli omega3, soprattutto sul cuore e la vista, mentre altri test hanno riscontrato delle conseguenze benefiche anche nelle crisi post-partum. Ma ora arriva un nuovo studio svedese in cui gli scienziati evidenziano una stretta relazione tra il consumo di pesce e la riduzione del rischio di ictus nella donne.

La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, è stata condotta dal Karolinska Institutet di Stoccolma su 34.670 donne svedesi, nate tra il 1914 e il 1948, che sono state controllate per più di 10 anni. Alla fine del lungo periodo di monitoraggio, le pazienti sono state interrogate attraverso un questionario in cui hanno fornito informazioni sul loro stato di salute, malattie, disturbi, stile di vita, abitudini e dieta alimentare seguita.

Il risultato fà dedurre una stretta associazione tra il consumo regolare di pesce (almeno 3 volte a settimana), specie se magro, e la riduzione del rischio di ictus.

In particolare, tra tutti i fattori analizzati, gli studiosi hanno dato particolare importanza ai cibi consumati e alla modalità di conservazione.
Abbiamo così dimostrato che chi mangiava pesce almeno 3 volte a settimana era protetta dall’ictus – hanno detto i ricercatori – Le loro probabilità di subire l’evento erano di oltre il 15% inferiori rispetto a quelle di chi lo consumava solo sporadicamente”.

E allora spazio a questo alimento gustoso e sano, ma attenzione alla provenienza e alla freschezza del pesce che acquistiamo, molto spesso proveniente da pesca intensiva o peggio, illegale. In tal senso possono tornare utili le iniziative dei gruppi di acquisto del pesce che negli ultimi tempi si sono moltiplicati un po’ dappertutto, anche in Italia.

Verdiana Amorosi

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