Shrinkflation, attenzione! Dai detersivi alle patatine, la lista dei prodotti con le confezioni sempre più piccole (allo stesso prezzo)

Molte confezioni sono più piccole o contengono meno prodotto rispetto al passato: ecco le categorie più colpite dallo shrinkflation, secondo la nuova indagine di Altroconsumo

Tesoro, mi si sono ristrette le confezioni!

Potrebbe essere questa la descrizione della spesa degli italiani, sempre più spesso alle prese con confezioni di pasta, biscotti, yogurt, detersivi che sono più piccole o contengono meno prodotto rispetto al passato.

È il dilagante fenomeno dello shrinkflation, di parliamo spesso nei nostri articoli: per mantenere inalterato il prezzo di un prodotto nonostante l’inflazione e gli aumenti del prezzo dei costi di produzione, la quantità di prodotto venduta si riduce.

Il neologismo, che potremmo tradurre in italiano con “sgrammatura” deriva dall’unione dei termini inglesi “shrink” (restringere) e “inflation” (inflazione).

Si tratta di una strategia di vendita subdola, di cui i consumatori poco attenti talvolta neppure si accorgono: le confezioni si rimpiccioliscono e le quantità diminuiscono – ma non troppo, a volte solo di una ventina o cinquantina di grammi.

Sulle confezioni è, ovviamente, indicato il nuovo peso del prodotto, ma la riduzione non viene resa esplicita – ecco perché non tutti se ne accorgono.

Si tratta di una riduzione minima per ogni confezione, è vero, ma replicata su grande scala provoca un risparmio notevole per le aziende produttrici.

Leggi anche: Shrinkflation: dai biscotti al cioccolato, nuova indagine conferma che ci stanno rimpicciolendo il cibo

I prodotti più colpiti

Come abbiamo detto, lo shrinkflation è un fenomeno trasversale e colpisce categorie di prodotti diversi – dagli alimenti freschi (yogurt, mozzarelle) ai prodotti da dispensa (olio, caffè, pasta, patatine), dai cosmetici (bagnoschiuma, shampoo) ai prodotti per la detersione della casa (come i detersivi per piatti).

L’associazione Altroconsumo ha condotto un’indagine nel mondo delle confezioni dei prodotti più venduti nei supermercati, restituendo il quadro di un fenomeno complesso e dalle molteplici declinazioni.

In alcuni casi, infatti, si assiste a una semplice riduzione della quantità di prodotto (grammi o millilitri) indicata anche in etichetta; in altri casi, invece, il packaging cambia completamente e la nuova confezione ha meno prodotto rispetto alla confezione precedente.

Ciò che resta immutato per il consumatore è l’aumento del prezzo al litro o al chilo. Ecco qualche esempio, frutto dell’indagine di Altroconsumo:

  • detersivo per piatti Nelsen: la confezione da 1 litro è passata prima a 900 e poi a 850 millilitri con un aumento del prezzo al litro del 53%
  • patatine Pringles Originals hanno visto la loro confezione passare da 200 a 190 grammi e poi a 175 grammi, con un aumento del prezzo al chilo del 22%
  • birra Peroni Nastro Azzurro: la bottiglia è passata da 66 cl a 62 cl, con un aumento del prezzo del 18%
  • prosciutto cotto confezionato: diverse marche hanno ridotto le confezioni tra i 10 e i 30 grammi, aumentando nel contempo il prezzo al chilo
  • nocciolata Rigoni d’Asiago: riduzione dei formati da 270, 350 e 700 grammi a 250, 325 e 650 grammi, con aumenti del prezzo al chilo tra l’11% e il 38%
  • yogurt greco Delta e Fage: i vasetti degli yogurt greci della linea Delta (Yomo) e di Fage sono stati ridotti da 170 a 150 grammi, con un conseguente aumento del 30% del prezzo al chilo per Delta e addirittura del 65% per Fage
  • sapone idratante Neutro Roberts con glicerina, passato da 300 a 200 millilitri, con un aumento del prezzo al litro del 201%
  • saponette Neutro Roberts e Palmolive vendute solo in multipack da 3 unità e non più da 4
  • saponette Nidra, ridotte nel peso da 100 a 90 grammi
  • bagnoschiuma Vidal al muschio bianco: ridotto da 750 a 650 millilitri, con un aumento del prezzo al litro del 22%.

Leggi anche: Inflazione: la classifica delle città italiane più colpite dall’aumento dei prezzi

I consigli per non cadere nella trappola

Lo shrinkflation, lo ricordiamo è una pratica sì subdola, ma del tutto legale: le aziende possono in ogni momento ridurre le loro confezioni indicando il nuovo peso del prodotto sull’etichetta (cosa che avviene sempre).

A noi consumatori sta il compito di essere attenti quando facciamo la spesa per evitare di cadere nel tranello delle confezioni ridotte. Ecco qualche consiglio utile:

  • quando prendiamo un prodotto dallo scaffale, dedichiamo un momento a controllare formato della confezione e peso netto, per verificare se vi siano variazioni
  • controlliamo anche il prezzo del prodotto al chilo o al litro: eventuali aumenti di prezzo minime sulla singola confezione sono molto più evidenti su una quantità maggiore di prodotto
  • infine, diffidiamo delle offerte “Formato famiglia”: dietro un’apparente convenienza potrebbe non esserci il risparmio che speriamo e finiremmo per comprare quantità di cibo eccessive, di cui magari non abbiamo bisogno.

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Fonte: Altroconsumo

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