Smart working: anche la Spagna lancia il visto per i nomadi digitaliche permette di lavorare a distanza

La Spagna si conferma la patria del nomadismo digitale. Sarà introdotto a breve, infatti, un visto che consentirà a chi lavora a distanza di vivere e lavorare nel Paese per un periodo compreso tra 6 e 12 mesi, rinnovabile per due volte.

Il “nomadismo digitale” è un fenomeno sempre più diffuso. Si tratta di persone che decidono, per un periodo di tempo o per sempre, di viaggiare liberamente in giro per il mondo mentre lavorano da remoto sfruttando le moderne tecnologie e la connessione internet. Le professioni sono le più disparate ed anche le età: dai giovanissimi, magari content creator sui social, ai più grandicelli come programmatori, designer e sviluppatori.

Solitamente i lavori svolti hanno a che fare con il mondo del web, ma non solo. Molti viaggiano in camper o in Van autocostruiti, ma c’è anche chi decide di affittare appartamenti o case spostandosi di Paese in Paese seguendo l’andamento delle stagioni o le proprie preferenze (mare, montagna, colline, città).

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Da sempre una delle patrie dei nomadi digitali grazie al clima mite e ai prezzi molto economici è la Spagna. Ora, però, ha deciso di diventarlo sempre più, con il governo che ha appena annunciato l’introduzione di un visto per i nomadi digitali. In pratica questo documento consentirebbe a chi lavora a distanza da remoto di vivere e lavorare nel Paese per un periodo compreso tra 6 e 12 mesi, con possibilità di estenderlo fino a due volte.

Il nuovo programma si rivolge in particolare ai freelance, chi ha un lavoro a tempo pieno ma lavora in smart working ovunque voglia e a chi ricava almeno l’80% del reddito da aziende site al di fuori della Spagna.

Alcuni paletti da rispettare per accedere al visto

Ci sono confini? Essenzialmente no ed è proprio ciò che fa più a gola ai nomadi digitali. Il nuovo visto permetterà infatti di trasferirsi ovunque si vorrà, dalle note località balneari di Ibiza e delle Canarie – meta sempre più gettonata da chi adotta questo stile di vita – per godersi il mare e il sole, sino alle più caotiche città.

Madrid, Valencia, Barcellona, Bilbao, ognuna di queste potrà diventare l’ufficio dei nomadi digitali. Tutto ciò che si dovrà fare, semplicemente, è presentare domanda presso un’ambasciata o un consolato spagnolo in un Paese straniero, oppure presso le autorità locali una volta arrivati in Spagna.

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Sono tuttavia fissati alcuni paletti. La nuova legge spagnola, che dovrebbe essere approvata nel gennaio 2023 e fa parte del recente Startup Act, prevede alcuni requisiti minimi di reddito. Non ci sono ancora conferme, ma è probabile che sia di almeno 2.000 euro al mese. Bisognerà inoltre avere una fedina penale pulita, un’associazione sanitaria e fornire la prova di avere un luogo dove vivere in Spagna.

Abbiamo già parlato del fatto di lavorare per un’azienda non spagnola, cui probabilmente si aggiungerà la necessità di dimostrare di essere nomadi digitali da almeno un anno e di aver collaborato per quella realtà da almeno tre mesi. Con questa mossa, la Spagna mira ad attirare ancor più nomadi digitali specialmente provenienti dai Paesi extracomunitari e, soprattutto, dalla Gran Bretagna.

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Fonte: Global Citizen Solution

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