Settimana lavorativa corta a 4 giorni, ecco chi la sta proponendo in Italia

All’indomani del più grosso esperimento mai fatto sulla settimana lavorativa ridotta a quattro giorni, fioccano proposte anche in Italia da parte di sigle sindacali

La settimana lavorativa corta potrebbe ha un impatto positivo sulle vite dei dipendenti. È ormai un dato di fatto, conclamato da studi e ricerche. Così, dopo una delle più ampie sperimentazioni mai condotte su 61 aziende del Regno Unito per sei mesi di fila nel 2022, in cui si è messa definitivamente in luce una serie di benefici legati ai 4 giorni lavorativi – tra cui la riduzione dello stress e dei periodi di malattia – ora anche in Italia c’è chi lancia proposte simili anche per i lavoratori italiani.

E non si tratta di sparute aziende qui e lì in Italia, ma dei segretari delle più importanti sigle sindacali.

Da un lato, infatti, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha annunciato che, al congresso di metà marzo, sarà avanzata lanciata la proposta della settimana lavorativa di quattro giorni:

Con le nuove tecnologie le imprese hanno una maggiore produttività e possono redistribuire la ricchezza, per cui sarebbero auspicabili incentivi per le aziende che accettino di tagliare l’orario.

Dall’altro, anche secondo Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim, si “deve aprire anche in Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione”.

Perché la settimana lavorativa corta?

Perché aumenta la produttività e riduce le emissioni di gas serra, oltre a essere vantaggiosa anche per la propria vita sociale.

Due in particolare sono i vantaggi della settimana a 4 giorni: da una parte, i lavoratori hanno più tempo libero e non solo: staccare la spina dal lavoro per ricaricarsi permette loro di essere più produttivi durante le ore in azienda.

Dall’altra parte, la settimana corta si traduce in un risparmio energetico notevole e molto vantaggioso, visto il caro bollette. Avere un giorno in più di chiusura della fabbrica consente di risparmiare molta energia e di alleggerire il peso della bolletta per l’azienda.

Nel nostro Paese lavorare quattro giorni invece di cinque è ancora un’utopia. Sono pochissime le realtà in cui è stata introdotta la settimana lavorativa corta. Tra queste spicca la multinazionale Mondelez International, che nella nostra nazione ha lanciato l’iniziativa Workplace of the Future, improntata su un approccio più flessibile al lavoro, su una migliore gestione del tempo e su un maggiore senso di responsabilità tra colleghi.

Il progetto sperimentale è partito l’anno scorso e interessa i dipendenti della società (che produce merendine e biscotti) che lavorano negli uffici di Milano. I dipendenti hanno la possibilità di distribuire le ore settimanali di lavoro su 4,5 giorni lavorativi, avendo quindi a disposizione più tempo per riposarsi o per viaggiare. Un’altra società che in Italia ha testato la settimana lavorativa corta è la PA Advice, azienda campana che fa consulenza strategica alla Pubblica Amministrazione, che ha ridotto l’orario di lavoro settimanale 40 a 36 ore, lasciando invariato lo stipendio.

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