Ti spiego in parole povere che differenza c’è tra pizza e pinsa

L'aspetto simile potrebbe ingannare, ma pizza e pinsa sono due eccellenze gastronomiche del nostro Paese diversissime per origine, storia e ingredienti: conosciamole meglio

La pizza e la pinsa, due protagonisti dell’arte culinaria italiana, rappresentano espressioni uniche di creatività gastronomica. Sebbene abbiano radici comuni, queste pietanze presentano differenze significative in termini di origine storica, geografica, gusto e utilizzi.

In questo articolo vi portiamo alla scoperta delle caratteristiche distintive della pizza e della pinsa, lasciando poi a voi decidere quale sia il vostro piatto preferito.

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La pizza

La pizza è uno dei piatti più emblematici della cucina italiana e uno dei piatti più buoni al mondo secondo una recente classifica.

Un impasto semplice, fatto di farina e acqua, un condimento ricco e gustoso, una rapida cottura in forno a legna: ecco le componenti che rendono questo prodotto locale così iconico e riconoscibile in ogni angolo del globo.

Purtroppo però, come spesso accade per prodotti estremamente famosi, la pizza napoletana è anche uno dei piatti più imitati e contraffatti – a danno della qualità del prodotto finale.

Per questo motivo, al fine di tutelarne la storia e le caratteristiche, l’Unione Europea ha recentemente inserito la “pizza napoletana” fra le specialità tradizionali garantite, disponendo un regolamento ad hoc che protegge la ricetta autentica dalle imitazioni.

Ecco allora che può essere chiamata “pizza napoletana” solo se vengono garantite alcune caratteristiche relative alla preparazione, ovvero:

  • le ore minime di lievitazione
  • la stesura a mano della pasta
  • le modalità di farcitura
  • la cottura esclusivamente in forno a legna a una temperatura di 485°C
  • l’altezza del cornicione di 1-2 cm
  • l’utilizzo di materie prime di base rigorosamente Made in Italy – ovvero olio extravergine d’oliva, basilico fresco, la Mozzarella di Bufala Campana DOP, pomodori pelati, oppure pomodorini freschi.

Oltre alla “Pizza napoletana” tutelata dalla legge, la versatilità di questo alimento ha ispirato molteplici varianti – tra cui la pizza al taglio, la pizza bianca e la pizza gourmet con ingredienti innovativi.

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La pinsa

La pinsa, invece, ha origini ancor più antiche risalenti all’antica Roma: in epoca imperiale, infatti, una versione “primitiva” della pinsa (più croccante) veniva consumata come cibo popolare, condita con diversi ingredienti.

Un riferimento alla pinsa romana si trova addirittura nel poema epico “Eneide”: nell’episodio dell’incontro con il re Latino e sua figlia Lavinia, a Enea viene offerta una pinsa per ristorarsi dopo il faticoso e lungo tragitto.

Nel corso dei secoli la pinsa è stata lentamente dimenticata, anche per effetto della diffusione della pizza napoletana, ma negli ultimi decenni si è assistito (per fortuna) a una vera e propria rinascita di questo prodotto tipico del centro Italia.

La pinsa potrebbe sembrare una pizza, diversa solo per la forma ovale leggermente allungata, ma in realtà si distingue per una base morbida e e più alta rispetto a quella della pizza, preparata con una miscela di farine, tra cui farro, riso e soia, che conferiscono al prodotto una leggerezza unica.

La pinsa può essere guarnita con ingredienti come stracchino, zucchine grigliate, prosciutto crudo e persino fichi, aggiungendo un tocco di innovazione alla tradizione culinaria.

Una questione di gusti

In conclusione, sia la pizza che la pinsa incarnano l’amore italiano per il cibo di qualità – anche se con storie, origini e caratteristiche distintive.

Mentre la pizza celebra la tradizione napoletana, con i suoi colori e i suoi sapori tipici (pomodorini, basilico, mozzarella di bufala), la pinsa offre un’interpretazione moderna e innovativa di una ricetta molto antica, che affonda le sue radici nella storia romana.

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