A pochi giorni dalla sentenza che potrebbe condannarlo, Patrick Zaki “torna” nella sua Bologna e ci insegna a non mollare mai

Patrick Zaki ha sostenuto e brillantemente superato un esame del master che stava seguendo a Bologna. Insegnamento di resilienza e forza

AGGIORNAMENTO 1 FEBBRAIO: La sentenza di Patrick Zaki è stata rimandata al 6 aprile, come da lui stesso confermato sul proprio profilo Facebook.

 

Presto Patrick Zaki potrebbe essere definitivamente condannato (rischia altri 5 anni), ma nel frattempo ha sostenuto da remoto e brillantemente superato un esame del master che stava seguendo presso l’Università di Bologna. Insegnamento di resilienza e forza.

Movimenti femminili nella storia moderna italiana’: Patrick avrebbe dovuto sostenerlo esattamente due anni fa, a febbraio 2020, ma non ci è riuscito perché, nel corso di una breve vacanza a casa sua, in Egitto, fu arrestato dalla polizia con l’accusa di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici” in seguito alla pubblicazione di alcuni post sul suo profilo Facebook.

Ma proprio su questa pagina il 30enne, ora libero ma ancora sotto processo, annuncia di aver continuato la sua vita e di credere ancora nella libertà di espressione e nei diritti umani, calpestati con la sua prigionia durata 22 lunghi mesi e che rischia di continuare per altri 5 anni.

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Oggi ho finalmente sostenuto l’ultimo esame ‘Movimenti femminili nella storia moderna italiana’ del mio primo quadrimestre del master che avrei dovuto sostenere rientrato a Bologna nel febbraio 2020 – scrive Patrick – Come sempre grazie mille Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, è bello tornare come studente e non vedo l’ora di essere fisicamente in classe molto presto. Grazie ai professori Rita Monticelli, Maria Pia Casalena, Francesco Cattani. Questo giorno ha un grande significato per me, un ricordo di ciò che abbiamo avuto una volta e del tempo che abbiamo sognato. Qui c’è quello che abbiamo perso e tutti quelli di noi che stanno ancora combattendo

Coraggio Patrick!

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Fonte: Patrick Zaki/Facebook / Ansa

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