Da Paola Egonu a Zaynab Dosso: né bianche né nere, ma azzurre

No, gli insulti razzisti rivolti alla campionessa di pallavolo Paola Egonu e alla velocista Zaynab Dosso non rappresentano dei casi isolati e sono i sintomi di una società campanilista in cui il razzismo non solo trova spazio, ma viene anche legittimato. Che importa se non hanno la pelle bianca? Sono bravissime e i loro traguardi sono frutto di impegno e sacrifici. Sono le nostre azzurre e dovremmo esserne fieri

Hanno portato in alto il tricolore italiano, raggiungendo traguardi sportivi straordinari. Ma il loro talento e il loro impegno per tanti non è abbastanza. Ciò che conta di più è il colore della loro pelle. Ebbene sì, ancora oggi nel 2022 gli atleti di origine straniera vengono presi di mira quotidianamente da valanghe da insulti beceri e razzisti.

Una situazione snervante e dolorante che lo scorso fine settimana ha portato la campionessa dell’Italvolley Paola Egonu a prendere una decisione sofferta ma necessaria perché quella ferita provocata dal razzismo brucia troppo.

“Non puoi capire, non puoi capire. Sono stanca. Mi hanno chiesto anche se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale” ha commentato la pallavolista in lacrime mentre si sfogava col  suo procuratore Marco Raguzzoni ai Mondiali di pallavolo femminile, al termine della partita contro gli Usa, conclusasi con uno strepitoso bronzo per l’Italia.

Nel giro di poco il video che mostra la campionessa veneta, nata da genitori nigeriani, esausta e amareggiata per l’ennesima frase razzista ha fatto il giro del web.

E poco dopo è arrivata la precisazione nel corso di un’intervista post-partita:

“C’è chi dice che non merito la Nazionale. il mio sogno, invece, è essere sul podio con questa squadra. In questo momento quel che sento è che ho bisogno di fare un passo indietro, spero tra qualche mese di ripensarci, perché abbiamo ancora tanto da fare con questa Nazionale. A gennaio vi farò sapere. Non ho parlato di questa decisione con la Federazione”.

Dopo il match precedente contro il Brasile, la giocatrice è stata attaccata sui social con vari commenti in salsa razzista, come confermato anche dal Presidente della Federvolley Giuseppe Manfredi.

A difesa dell’atleta azzurra, schiacciatrice dei record, è intervenuto pure il premier Mario Draghi, esprimendo la sua vicinanza attraverso una chiamata:

“Piena solidarietà alla campionessa di volley Paola Egonu dal premier Mario Draghi nella telefonata di questa mattina. L’atleta azzurra è un orgoglio dello sport italiano, avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale” si legge in un tweet pubblicato ieri da Palazzo Chigi.

Ciò che accaduto a Paola Egonu non è affatto un caso isolato. Anzi, è solo la punta dell’iceberg. La conferma è che di renente anche la velocista azzurra Zaynab Dosso, medaglia di bronzo nella 4×100 agli ultimi Europei, è stata vittima di frasi irrispettose e razziste in un locale romano.

Insieme ad altri atleti avevamo deciso di passare una serata in compagnia. Siamo andati in un bar poco dopo passa una signora a chiedere se avevamo qualche moneta da darle. Le diciamo ci dispiace ma non abbiamo nulla da darle. Lei allora mi dice sottovoce. “Puttana straniera”. – ha raccontato l’atleta sui social – Allora io le richiedo di dirmelo a voce alta e lei grida “Puttana straniera tornatene nel tuo Paese”.

Non scioccata perché lei mi ha dato della puttana o perché ha detto di tornarmene al mio Paese, ma che tutti quelli che erano intorno a noi erano in silenzio e alcuni addirittura ridevano. Non mi sento tutelata. Ora come ora ho paura a uscire fuori, ma non perché qualcuno possa farmi un gesto discriminatorio ma per l’indifferenza della gente.

Con Zaynab Dosso i razzisti non si sono limitati soltanto alle parole (come se queste non fossero già potenti lame).

Recentemente a me e a mia sorella hanno tirato un sasso. Non per prenderci, ma per spaventare.  – ha spiegato la velocista ai microfoni de La Stampa – Ma non ho voluto credere che fosse mirato. Ho detto a mia sorella: “Sono dei balordi , lasciamo perdere”. Sarebbe bello però che chi ha vinto le elezioni desse un segnale forte contro il razzismo. Se i beceri oggi si sentono più forti, si credono liberi di alzare la voce e restare impuniti. Serve che chi starà al governa dica forte e chiaro non è così.

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Due casi che dimostrano che abbiamo un serio problema col razzismo

Le vicende che vedono protagoniste Paola Egonu e Zaynab Dosso ci sbattono in faccia un’amara verità, che qualcuno ha ancora il coraggio di continuare a negare: in Italia abbiamo un serio problema col razzismo. E no, non si tratta soltanto di qualche mela marcia.

Gli insulti rivolti alle due atlete di origini straniere sono il sintomo lampante di una società che ancora deve fare tanti sforzi per diventare davvero civile e che non riesce a digerire che la pelle nera non è una prerogativa per essere italiani. Una società che non solo non condanna apertamente il razzismo, ma in molti casi lo legittima attraverso i messaggi lanciati da politici e figure istituzionali. Una società anacronistica e campanilista, che teme la diversità invece di valorizzarla e in cui il pensiero razzista viene addirittura ostentato.

Ma è davvero questa l’Italia in cui vogliamo vivere…?

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Fonti: Palazzo Chigi /La Stampa 

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